La riapertura della Casa da gioco di Saint-Vincent, dopo otto mesi di chiusura, è una buona notizia. Le scelte operate dal "CTS - Comitato scientifico nazionale" hanno infatti penalizzato i Casinò per macroscopici errori di valutazione sulle misure di sicurezza. Un giorno si studierà la capricciosità di questo organo tecnico assurto in molti passaggi della pandemia ad arbitro per nulla imparziale. Il pasticcio sui vaccini, con continuo cambio del loro utilizzo per fasce di età, è immagine scultorea di come chi si atteggia a gran decisore sconti poi gravi balbettamenti e molte incertezze che ne limitano la credibilità e l'autorevolezza. Riaffermo qui l'importanza del Casinò e la necessità di rifarne una macchina utile per il turismo e redditizio per la comunità. Una sfida per nulla facile perché la gestione pubblica ha sicuramente molti lacci e lacciuoli e il mondo dei giochi in continua e rapida trasformazione obbliga ad essere dinamici e incentivi senza l'illusione di rifugiarsi nei fasti del passato. Tutto cambia e l'attuale scenario lascia spazi ai Casinò solo se sapranno rinnovarsi e adattarsi alle nuove esigenze della clientela. Personalmente credo che, assestata la situazione e sanati i conti, bisognerà per tempo scegliere la strada di una gestione privata valida ed efficace. Il pubblico è inadatto ad occuparsi di un settore come il gioco lo può fare, com'è avvenuto in questi anni, solo a fronte di avvenimenti eccezionali e ce ne sono stati. Speriamo ora che, in generale e non solo per il gioco legalizzato e sicuro garantito nei Casinò, torni una banalissima ma produttiva normalità.