Produrre l'idrogeno "verde" in quantità elevata ed a basso costo resta una delle maggiori scommesse industriali e persino umane nell'ambito della transizione verso il cento per cento di energia a zero emissioni inquinanti. Non è ideologia, ma necessità per evitare tragedie per la nostra Terra e lo stiamo vivendo con il riscaldamento climatico che sta aggredendo con incredibile rapidità le Alpi. L'energia idroelettrica prodotta in Valle d'Aosta è preziosissima anche anche per l'idrogeno green. Com'è noto l'idrogeno "pulito" (senza emissioni di CO2) viene prodotto scomponendo la molecola dell'acqua in idrogeno ed ossigeno grazie agli elettrolizzatori. Questi ultimi, per attivare la reazione di elettrolisi dell'acqua, necessitano di corrente elettrica. E perché il processo sia "total green" l'energia elettrica deve essere prodotta da energie rinnovabili. L'idroelettrico produce energia elettrica rinnovabile ed assicura un funzionamento continuo, nelle 24 ore. E' l'unica fonte rinnovabile costante, a differenza dell'eolico e del solare, che invece dipendono dalle condizioni meteo.
Per noi è una grande chance come Valle d'Aosta, perché l'"oro bianco" è e resta fondamentale per la nostra economia e lo si vede dalla florida situazione finanziaria della "Compagnie Valdôtaine des Eaux", che si appresta a festeggiare i suoi vent'anni di attività. A questa rinascita di un'energia rinnovabile nelle mani dei valdostani, dopo la nazionalizzazione degli anni Sessanta che con la nascita dell'Enel e con due sentenze castranti della Consulta cancellò le nostre competenze statutarie in materia, ho contribuito anche io. Ero alla Camera quando, in un'epoca di liberalizzazione da parte europea del settore energetico, riuscii a ripristinare nel 1995 in legge i nostri poteri e le nostre competenze, che riapparvero viventi da dove erano state confinate per decenni. Questa base giuridica risultò utile per poter avviare le trattative politiche e industriali, cui partecipai a Roma, per consentire la riappropriazione delle dighe e delle centrali per dare vita a "CVA". Un risultato storico, come si vede anche dagli utili della società, grande esportatrice di energia pulita in un'epoca in cui questo tipo di energia è al centro delle politiche europee e mondiali. Bisogna anche con le rinnovabili ridurre le emissioni di CO2 e l'idroelettrico è esempio nei energia pulita e lo è l'ottenimento dell'idrogeno che "stocca" l'elettricità. Questo posiziona la Valle d'Aosta in una posizione assolutamente privilegiata con l'idrogeno "verde". Fatemi fare un ripasso sui diversi tipi di idrogeno in campo:
"Nero". L'idrogeno "nero" è il meno amato perché viene estratto dall'acqua usando la corrente prodotta da una centrale elettrica a carbone o a petrolio. "Grigio". E' "grigio" più del novanta per cento dell'idrogeno oggi prodotto. Questo elemento ha usi industriali, per esempio nella chimica. può essere lo scarto produttivo di una reazione chimica, oppure può essere estratto dal metano (che è formato da idrogeno e carbonio) o da altri idrocarburi. "Blu". Viene definito "blu" l'elemento estratto da idrocarburi fossili dove - a differenza del "grigio" - l'anidride carbonica che risulta dal processo non viene liberata nell'aria bensì viene catturata e immagazzinata. "Viola". L'idrogeno "viola" viene estratto dall'acqua usando la corrente prodotta da una centrale nucleare, cioè a zero emissione di CO2. "Verde". L'idrogeno "verde" viene estratto dall'acqua usando la corrente prodotta da una centrale alimentata da energie rinnovabili, come idroelettrica, solare o fotovoltaica.
Facile capire come quest'ultima sia in realtà l'unica energia pulita e sull'idrogeno "blu" su cui spinge il mondo petrolifero esiste questa logica poco credibile dello stoccaggio della CO2 nel sottosuolo. Questa energia in un futuro potrà essere esportata dalla Valle, vera "Hydrogen Valley" (la "Vallée de l'Hydrogène"), ed usata in ambito locale anche per la siderurgia della "Cogne", migliorando l'impatto sull'ambiente, e potrà alimentare il trasporto pubblico locale ed in prospettiva anche quello individuale, servendo pure per fare il pieno all'Autoporto ai camion alimentati ad idrogeno e via di questo passo. Prospettiva per il futuro? Certo, ma l'avvenire lo si costruisce oggi, posizionandoci fra i precursori. Posso dire che ci si sta muovendo su questa linea per non perdere l'occasione.