Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
10 ago 2020

Ricordare la moglie di Cesare...

di Luciano Caveri

Ci sono in giro storie poco convincenti che finiscono per diventare tormentoni estivi. Ma anche i tormentoni estivi hanno un loro insegnamento e neppure fugace. Per giorni è spuntato nelle cronache un uomo diventato inspiegabilmente potente a Palazzo Chigi nei Governi Conte 1 e Conte 2. Mi riferisco a Rocco Casalino, ex concorrente del "Grande Fratello" ed ora e per due volte portavoce del presidente del Consiglio (170mila euro l'anno, lordi), che si è trovato invischiato nella storia del proprio compagno di vita cubano (ora lasciato, ma poco conta), che è finito nei guai perché giocava on line con le azioni in Borsa on line. Casalino ha preso le distanze... Ma ciò vale - sempre storia di parenti o meglio congiunti - per il presidente della Lombardia Attilio Fontana, infilatosi in passi falsi nella ricostruzione di una vicenda opaca di fornitore di camici in epoca "covid-19", che gli sta causando guai giudiziari. Fontana si indigna...

Vedremo cosa capiterà. Resta il nodo sugli aspetti comportamentali - si potrebbe dire "morali" - per chi abbia ruoli pubblici e non si tratta solo di sentenze di condanna. E' indubbio che ci siano alcuni che anche di fronte a loro comportamento eticamente dubbi e Tribunali che li hanno condannati non si fermano e tornano sulla scena come se nulla fosse con la complicità di chi li vota. Esiste un'espressione «Essere come la moglie di Cesare», che ha un significato ben preciso; chi vuole vivere al di sopra di ogni sospetto deve tenere un comportamento irreprensibile, onesto e moralmente ineccepibile. Capisco che mettere paletti precisi sia difficile e le leggi per chi faccia politica oscillano fra severità e escamotage facili per i revenant. Intanto ricordo come l'espressione citata derivi da un episodio narrato da Svetonio nella sua opera storiografica "De vita Caesarum" ("Vite dei Cesari"). Cesare avrebbe ripudiato Pompea, sua moglie, dopo aver scoperto che Publio Clodio, amante della donna, si era introdotto, travestito da suonatrice, in casa sua per incontrarla; l'occasione fu fornita da una celebrazione in onore della Bona Dea alla quale potevano partecipare soltanto le donne. Publio Clodio fu scacciato e successivamente portato in tribunale; Cesare fu citato come testimone, anche perché aveva ripudiato la moglie. Tuttavia, alle domande rivoltegli dal pubblico ministero, Cesare rispose che non conosceva di persona Publio Clodio e non era minimamente al corrente delle sue malefatte. Non convinto dalla risposta, il magistrato chiese a Cesare di essere più chiaro e per quale motivo avesse dunque ripudiato la moglie; il dittatore rispose allora dicendo: «Perché penso che la moglie di Cesare non debba essere neppure sfiorata dal sospetto». In realtà, Cesare non voleva testimoniare contro Clodio per motivi di natura prettamente politica e dunque l'espressione affonda le sue origini in una certa ambiguità. Alla fine quel che conta è la coscienza personale e la condiscendenza o meno dei cittadini che con il loro voto regolano la vita pubblica e favoriscono anche quei politici che sono convinti che il suffragio universale sia una specie di lavatrice che li ripulisce. Scriveva il grande Pietro Calamandrei: «Per fare buona politica non c'è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l'impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare». Sarò un fesso o abito ormai sulla Luna ma resto convinto che questa speranza ci debba essere ancora, altrimenti la democrazia è destinata a scomparire. L'alternativa - lo si avverte già in Italia e in Valle d'Aosta - non è solo il caos, ma persino la paralisi, che è la soluzione peggiore e ci porta dritti a soluzioni autoritarie che emergono dalle difficoltà.