Ogni tanto capita di giocare con gli amici su che cosa far scomparire dal mondo. Se si tratta di mondo animale e non di esseri umani che ci stanno sugli zebedei e verrebbero volentieri annotati nell'elenco dei papabili all'estinzione, non ho dubbi: le zanzare! Mi hanno sempre morsicato, fin da piccolo, quando le combattevamo a colpi di "flit" con il terribile "ddt". Ho letto tempo fa che il mio sangue, essendo del gruppo "0", sarebbe fra i favoriti per il pasto. Come noto, sono solo le zanzare femmine che succhiano il sangue, perché ne hanno bisogno per la maturazione delle loro uova. La descrizione migliore delle loro incursioni è quella dell'etologa Isabella Lattes Coifmann: «Con l'olfatto e i sensibili termorecettori la zanzara sente l'odore e il calore che emanano dal corpo umano. Sibilando vola e cerca il posticino su cui posarsi tra un follicolo pilifero e l'altro, là dove affiorano sotto la pelle i capillari sanguigni. Appena l'ha trovato il suo ronzio cessa di colpo e lei sfodera in silenzio tutto il suo sofisticato armamentario di ferri chirurgici».
Tanti anni fa venni colpito da quella che pareva essere una innocua congiuntivite. Andai da un amico oculista all'ospedale di Aosta che mi visitò con scrupolo e a un certo punto ruppe il suo aplomb con un urlo: «che bello, porterò il tuo caso ad un congresso medico! Hai una filaria!». Scoprii così che nel bianco del mio occhio era finito un verme, tipo "Alien" come aspetto visto al microscopio, che se ne stava lì appallottolato pasciuto dalla mia sclera. Mi venne spiegato ad Ivrea che questa malattia tropicale - la filaria o verme dell'occhio - me l'ero presa, da quanto avevo ricostruito con il primario, andando a ballare a Viverone, dove viveva una zanzara - da tempo arrivata lì attraverso qualche aereo che era era giunto a "Caselle" da qualche Paese dove c'era il parassita - che portava in giro la "Loa Loa" (nome scientifico), inoculata durante la morsicatura. Venni operato con anestesia locale, godendo della musica e del chiacchiericcio da sala operatoria. D'improvviso si accesero le luci, come una sorta di agguato proprio per evitare che la creatura si nascondesse in fondo all'occhio, e si cominciò ad estrarre la bestiolina, che si spezzò durante l'intervento. Venni rassicurato: la testa era via e dunque il cadaverino sarebbe stato riassorbito con il tempo e così fu. Con questa esperienza, quando andai a Bamako, capitale e città più popolosa del Mali, feci tutta la profilassi contro la malaria trasmessa dalle zanzare locali. Ricordo la continua paranoia ogni volta che mi trovavo all'aperto, guardando ogni oggetto... volante. Idem in altri Paesi tropicali, dove le zanzare la fanno da padrone e la loro non è la semplice puntura pruriginosa. Quel che è certo è che, malgrado le profilassi contro di loro, anche da noi, in zone montane dove di zanzare se ne vedevano pochine, oggi colpiscono implacabili, immagino con la complicità delle temperature crescenti per via del cambiamento climatico. Ho scoperto, a questo proposito, che esiste "Meteo Zanzare" sviluppato nel 2005 da "Vape Foundation", in collaborazione con "Venturelli" e con l'Istituto di biometereologia del "Cnr" di Firenze. "Il sistema informa i cittadini sulla presenza di zanzare con dati aggiornati ogni settimana per le diverse province e si basa su un modello matematico che incrocia l'andamento stagionale e climatico con le attività e il ciclo biologico delle diverse specie. Tra i servizi gratuiti anche il bollettino del viaggiatore, con tutte le informazioni per chi si vede recare all'estero". Va detto che non esiste la voce "Valle d'Aosta", ma è chiaro che mettendo assieme i dati di altre Regioni del Nord Italia si conferma un 2020 con un notevole incremento del numero di zanzare in circolazione. Mi fa piacere che il percepito abbia conferma scientifica. Fra le evidenti soddisfazioni della vita vi è il reperimento, dopo essere stato morsicato, della sazia e pasciuta zanzara in fase digestiva ben piazzata sul muro della camera da letto. Massima goduria è la pregevole manata con cui scatta la vendetta, che vale pure, con la macchia di sangue, a futura memoria.