Signor "coronavirus", chiamato "covid-19", lei si è insinuato nelle nostre vite e speriamo tutti che ciò non avvenga anche nel nostro corpo senza essere invitato e con il gusto violento di sconvolgere la nostra quotidianità. Con la conseguenza in certi casi di uccidere senza alcuna distinzione di luoghi e persone, pur con qualche preferenza per i più deboli. Questo aspetto del suo carattere dimostra quanto sia una brutta creatura della Natura, di cui volentieri vorremmo fare a meno ed è un nostro nemico giurato che ci minaccia e per questo la combattiamo. Lei è una sorta di diavolo minuscolo che piomba tra di noi e si diffonde con una certa facilità, profittando della socialità di noi, razza umana. Della nostra voglia di abbracciarci, di baciarci, di fare festa e stare insieme, mentre lei - bestia grama - approfitta di noi e ci costringe a isolarci, proteggerci e ad avere timore per noi e per i nostri cari e a diffidare degli altri perché veicolo del suo desiderio di espandersi come certi alieni dei film di fantascienza.
Dice di lei e dei suoi subdoli simili il Ministero della Salute: "i "coronavirus" sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la "Sindrome respiratoria mediorientale - Mers" e la "Sindrome respiratoria acuta grave - Sars". Sono virus "Rna" a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico".
Già non fosse un nostro nemico sarebbe persino grazioso a vedersi come una figura di arte contemporanea ed invece usa i nostri corpi per vivere e per diffondersi, come se fossimo un confortevole mezzo di trasporto di cui sbarazzarsi quando non serviamo più e non resistiamo alla sua ingombrante presenza. Anche se è incredibile per un esserino infinitesimale e senza cervello quella sua capacità di adattarsi e di mutare a proprio vantaggio per espandersi. Contro di lei dobbiamo bardarci come astronauti e spendere un sacco di soldi per curare i nostri malati e per evitarla di avere in noi come ospite sgradito.
Leggevo su "Insideover" che cosa scrive Paolo Mauri di voi virus: «Per esistere in natura devono essere infettanti e per le loro caratteristiche devono utilizzare i meccanismi della cellula ospite per produrre i propri componenti (mRna virali, proteine e copie identiche del genoma). Sono totalmente dipendenti da una cellula vivente per la loro replicazione tanto che vengono definiti organismi parassiti endocellulari obbligati. Alcuni codificano propri enzimi, ma non sono capaci di riprodurre da soli le informazioni contenute nei loro genomi. Non hanno sistemi per la produzione di energia, e devono usare l'energia della cellula parassitata».
Insomma: ci sfruttate per il vostro tornaconto ed è una brutta storia. Aggiunge ancora l'articolo: «Un virus quindi, una volta che si realizzano le condizioni infettanti, entra nel nostro organismo, penetra nella cellula bersaglio - che possono essere diverse a seconda del virus e nel caso di "covid-19" si tratta di quelle polmonari - si riproduce generando altri "virioni" che escono dalla cellula ospite e ne contagiano altre. Questo ovviamente produce delle lesioni alle cellule che possono essere più o meno mortali per le stesse. Da qui l'insorgere della fenomenologia della malattia».
Nella antica logica "mors tua, vita mea", signor virus, aspettiamo ora di farla fuori con un bel vaccino, in barba a quegli umani che non sopportano i vaccini, facendo male a sé stessi, ai propri cari e a tutta la comunità umana. In fondo sono dei complici di voi virus e virus essi stessi.
La pagherà, caro virus, pensando alla sua insignificanza ed ai danni endogeni che sta causando con un'economia che vacilla e le paure che instilla. So che non potrà rispondermi, perché nella sua semplicità rozza di creatura parassita, non può farlo, ma certo cercherà di penetrare in me per farmi del male, come a tutti gli altri.
Io continuo a fare la mia vita con le necessarie accortezze, ma sapendo che l'umanità ha attraversato prove ben peggiori e dunque anche questa sua presenza sparirà per farci tornare alla nostra routine senza le sue sgradite minacce da sterminatore.
Con infinito disprezzo.