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18 nov 2017

Pensieri a prova d'insulti

di Luciano Caveri

Noto nella politica valdostana certi incrociarsi di spade, che più che duelli sono risse vere e proprie in cui certe regole di protocollo sono saltate per via anche della rozzezza dei "social". Una delle logiche è: «io sono più pulito e più bravo di te». Tenzoni rischiose e in fondo infruttuose, perché alla fine conta la sostanza dei comportamenti personali e dei gruppi politici di appartenenza e su quelli - più che sulle dichiarazioni - si misurano le persone singole o in gruppo. Se ci fosse una scatola, sarebbe bene scriverci sopra a grandi caratteri un'utile avvertenza, valida a futura memoria e necessaria per stimolare un deficit valdostano, quello della memoria, spesso labile e che consente anche acrobazie altrimenti impensabili a chi occupi la scena pubblica. Leggiamo: "Attenzione, attenzione, seguire certi spostamenti sullo scacchiere politico valdostano nuoce gravemente alla credibilità della Politica".

Siamo ormai alla politica futurista, che al posto si seguire un percorso corre pericolosamente a zig zag e si infila persino contromano, come fa ogni tanto qualcuno in autostrada pena l'arresto. Avete presente il "Manifesto futurista" di Tommaso Marinetti, scritto in origine in francese? Ebbene i tre primi punti possono così essere modificati, parafrasandoli:

"Nous voulons chanter l'amour du danger, l'habitude de l'énergie et de la témérité". Attitudine che fa così giovane e controcorrente. Bisogna esserci: dire, annunciare, presenziare. "Le courage, l'audace et la révolte seront les éléments essentiels de notre politique". Per arringare le folle si promette coerenza e determinazione. Poi si sa che si nasce rivoluzionari e si finisce conservatori. "La Politique ayant jusqu'ici magnifié l'immobilité pensive, l'extase et le sommeil, nous voulons exalter le mouvement agressif, l'insomnie fiévreuse, le pas de course, le saut mortel, la gifle et le coup de poing". L'aggressività è un punto di partenza: si parte leoni e si arriva pecore. Scelta che si fa digerire ai sostenitori, mostrando che si tratta di qualcosa di straordinario, un successo.

Ridacchio ma amaramente, perché poi tutto è stato diverso, perché la modernità si è presto trasformata nella solita storia di culi e poltrone. Pensate a certe trasformazioni a passo di corsa, che così riassumo e vi prego di stare attenti:

Siamo contro il sistema politico-amministrativo e dunque decidiamo di condurre una battaglia coraggiosa con una nuova avventura. Mai compromessi! Contrordine: entriamo dentro il sistema per cambiarlo e dimostreremo lo stesso coraggio, avanti tutta! Coraggio! Cambiamo di nuovo: basta con questo sistema che non siamo riusciti a cambiare e dunque lo combattiamo e facciamoci un selfie. Avviso ai naviganti: ci torniamo dentro, ma attenzione il sistema lo abbiamo rotto e il cambiamento è in corso. L'importante è crederci.

Neanche un ardito ottovolante è così straordinariamente emozionante come la posizione sempre nuova dell'Union Valdôtaine Progressiste. Ma non dico altro per evitare una bordata di insulti, che già mi sono beccato in passato, tranne quando si faceva la "campagna acquisti" per il noto "Rassemblement". E' umanamente triste che anche il miglior amico, che ha dato - penso - il suo contributo alla "causa" quando era ancora comune, diventi quando considerato ostile qualcuno da attaccare rozzamente, peggio di quei nemici un tempo odiati e criticati in tutto ed oggi considerati "compagni di merende" con maggior affetto e considerazione e difesi anche di fronte a fatti sconcertanti. Roba da lettino di psicoanalista, visto che - tranne qualche posizione apicale in più - sfugge questo cambiamento in corso, se non nella logica "Cicero pro domo sua". Espressione di cui ricordo il significato, come da "Treccani": "Frase desunta dal titolo dell'orazione pronunciata nel 57 a.C. da Cicerone dinanzi ai pontefici, per chiedere che gli fosse restituita l'area della sua casa, che era stata incendiata dopo il suo esilio, e gli fosse dato il denaro per ricostruirla; viene talora adoperata a proposito di chi difenda calorosamente sé stesso o le proprie idee, o agisca a proprio vantaggio, sia direttamente, sia sostenendo posizioni di altri analoghe alle proprie". Ma i nodi piano piano verranno al pettine e questo non premia mai la solitudine di chi pensa di non aver bisogno di altri, se non di staff proni e scattanti. Quando, invece, solo la discussione e il confronto con altri, che siano in grado di offrire diverse soluzioni al medesimo problema, restano il lievito per idee e progetti, indispensabili per fare uscire la Valle d'Aosta dalle sabbie mobili.