Capita per caso, in una sera in cui ti ritrovi in anticipo per un appuntamento, in quell'ora in cui - d'autunno - si sta facendo notte (penso sia adatta la bella definizione "imbrunire") ma il cielo ha ancora i suoi colori e ti ritrovi di fronte all'Hôtel de Ville, il Municipio di Aosta, sapientemente illuminato. Piazza Chanoux è vuota e percorrerla in lungo e in largo è una delizia. Emerge così, prepotentemente, il "genius loci" che per i latini era lo spiritello ("genius") del luogo ("loci"), con riferimento alle religioni del mondo antico che associavano ai luoghi ed ai paesaggi naturali la presenza di una divinità minore che ne costituiva il nume tutelare. Per noi, nell'uso comune senza scomodare la mistica e neppure l'uso suggestivo che ne fanno di questa espressione gli architetti, si afferma l'elemento soggettivo e personale e dunque quel luogo viene filtrato e si afferma attraverso i sentimenti, i ricordi e le evocazioni che vengono trasmessi a ciascuno di noi.
Cito così alla rinfusa. Io ho dei filmati da bambino, tipo inizio anni Sessanta, mentre rincorro i piccioni, come fanno i bambini di oggi. Avevo pochi anni di più quando ricordo che in un negozio di giocattoli a due passi dalla piazza, dopo essere partiti a piedi da via Sant'Anselmo, mio zio Séverin mi regalò un giocattolo. In quella piazza morì mio zio Antoine, colpito da una pallottola partita per caso da una pistola, il giorno della Liberazione di Aosta nel 1945, quando la piazza era ancora dedicata a Carlo Alberto, re che fu molto festeggiato proprio per quello Statuto albertino del 1848 (un secolo dopo arrivò lo Statuto d'Autonomia). Lì ho fatto dei bei comizi all'aperto, come quelli di una volta ed uno fu con quel personaggio singolare che è stato il leader repubblicano Giovanni Spadolini. Ma in quegli stessi luoghi ricordo le mie prime manifestazioni studentesche. I miei tre figli hanno percorso lì molti dei loro primi passi, come molti valdostani. Lì - nel salone istoriato del Municipio - mio bisnonno, Paul Caveri, Sottoprefetto di Aosta, conobbe - mentre si preparavano le filacce, cioè i pezzi di tessuto che sarebbero serviti per i feriti in battaglia per la guerra contro l'Austria - la signorina Hermine Marie Antoinette De La Pierre - Zumstein del ramo Danielsch, che aveva ventiquattro anni. Vedovo quarantasettenne, il bisnonno si innamorò e sposò il 15 dicembre del 1866 la bella gressonara con testimoni Jules Martinet e Victor Rosset. A questa combinazione si deve il ramo valdostano della mia famiglia. La bisnonna, dopo la morte del bisnonno, si risposò ed è sepolta al cimitero di Sant'Orso, mentre non riesco a venire a capo su dove lui sia sepolto. Sto indagando: forse mori fuori Valle dove aveva proseguito la carriera di Prefetto. Se uno va sul sito "AostaLife" trova in breve la storia dei luoghi: "La costruzione del Municipio, in stile neoclassico, è terminata nel 1841. Venne edificato in seguito all'abbattimento del monastero di San Francesco (fondato nel 1352), in posizione strategica, perché al confine tra il "Bourg de Saint-Ours" e la "Cité", due zone fino a diversi decenni prima autonome e dotate ognuna di un sindaco e di un Consiglio". Immaginatevi oggi abbattere una chiesa per far posto al Municipio e ad una piazza! Prosegue il testo: "All'esterno del palazzo si trovano due fontane, che rappresentano la Dora Baltea e il Torrente Buthier (principali corsi d'acqua cittadini). Sul tetto, campeggiano un orologio e una meridiana, mentre la facciata ospita lo stemma civico. All'interno dell'Hôtel de Ville s'incontrano vari busti e targhe commemorative in onore dei più importanti personaggi della città e, nell'atrio, si può ammirare il plastico della Valle d'Aosta. Da citare, per gli affreschi della seconda metà del XIX secolo, il "Salone Ducale", sede di cerimonie e ricevimenti. Sulla piazza, intitolata al martire della Resistenza valdostana, si erge il monumento al soldato valdostano (noto anche come "L'Alpino"), realizzato nel 1924 da Piero Canonica. Ad ovest del Municipio si trova l'Hôtel des Etats, edificio che risale al 1730 e che fu il centro della vita politica e amministrativa della Valle d'Aosta, ospitando il "Conseil des Commis". Quest'organo, istituito il 7 marzo 1536, era una sorta di parlamento locale, dipendente unicamente dal Re. Sulla piazza si affacciano, inoltre, diversi edifici di pregio architettonico". Naturalmente ognuno di questi stabili è rappresentazione di qualcosa e di qualcuno che ha abitato quei luoghi. E vi sono aspetti ancora più profondi nel sottosuolo, tornando ancora più indietro di quanto già si sapesse con certi ritrovamenti ascrivibili senza dubbio alle popolazioni precedenti all'epoca romana, di cui invece sappiamo che cosa sorgesse in quella zona nella pianta ordinata e schematica di Augusta Prætoria. E ciò dimostra come gli stessi posti vadano "letti" per le continue sovrapposizioni che hanno reso plurimi gli utilizzi degli spazi. Da questo insieme così variegato emerge quell'impalpabile sensazione di "vissuto" che trasmette del tempo le eredità sovrapposte del centro della città. Il genius loci!