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12 lug 2017

Perché l'Autonomia non è un'auto storica

di Luciano Caveri

Il vantaggio di passare qualche giorno in un posto distante, anche se oggi a differenza del passato il Web a portata di "wi-fi" esclude la mancanza di informazioni fresche, è che comunque "stacchi" dalla quotidianità, che spesso rischia di riproporre schemi vieti e si sa quanto certi automatismi nuocciano. Da questo punto di vista, bisognerebbe davvero avere sempre la possibilità ogni tanto di allontanarsi dalle situazioni correnti e questo aiuterebbe a decidere con serenità, evitando di decidere d'impulso. Oggi, in cui tutto è più veloce, è difficile che questo possa avvenire, pensando - mi riferisco alla discussioni in politica - come sia falsata dal doppio registro della riservatezza da una parte, cui si contrappone dall'altra la logica della trasparenza, creando sfacciate situazioni di ambiguità fra i due atteggiamenti.

Quindi la situazione benefica del "buen retiro" è utile non solo per ricaricare le batterie, ma anche perché guardi le cose con maggior distacco e questo consente di essere più freddo nelle valutazioni del caso. Sapendo che vale per le storie della politica, come antidoto al disinteresse quanto detto da Jules Renard: «Je ne m'occupe pas de politique. C'est comme si vous disiez: Je ne m'occupe pas de la vie». L'avvicinarsi in Valle d'Aosta delle elezioni Regionali, che siano a scadenza 2018 o già fra pochi mesi poco cambia, crea una fibrillazione comprensibile a chiusura di una Legislatura regionale piena di incertezze, cui si sommerà anche la scelta delle candidature per le Politiche, che hanno la loro importanza, visto il quadro dei rapporti con Roma peggiorati drasticamente. Dicevo della situazione difficile della governabilità in Regione e non solo per l'esito risicato sin da subito, quel famoso diciotto a diciassette fra maggioranza ed opposizione, quanto perché questa circostanza ha poi creato - nel solco dell'instabilità - aggregazioni e disaggregazioni successive ed ancora in corso d'opera fra le forze politiche con problemi anche all'interno di partiti e movimenti, alcuni dei quali hanno ormai meno aderenti di una bocciofila. Si è poi aggiunta l'azione della Magistratura, penale e contabile, che ha colpito diversi esponenti politici di spicco con vicende in parte ancora di fronte ai giudici, cui si aggiungeranno - forse con ulteriori sviluppi il cui clamore resta ignoto - nuove situazioni di bufera ed è bene che chi ne è o ne sarà protagonista non pensi ad una facile indulgenza popolare ed ai voti come lavacro delle sentenze. Alla fine della Legislatura, ognuno tirerà le somme su azione amministrativa, capacità legislativa, quadro dell'economia locale e sentimento della popolazione. Tutto quanto verrà letto attraverso il potente uso dell'arma elettorale da parte della popolazione, cui spetterà la scelta finale fra forze politiche alleate o no ed i loro esponenti in lizza da premiare o bocciare e già le regole elettorali di limitazioni a far parte dell'Esecutivo aprono a novità significative. Mi pare, comunque, che prevalga in buona parte dell'opinione pubblica valdostana un sentimento di distacco dalla Politica che non promette nulla di buono, sia perché l'astensionismo appare ormai come una scelta politica vera e propria sia perché ci sono state tutte le ragioni perché quantomeno una diffidenza verso la classe politica si dimostri davvero uno dei segni dei tempi. Si aggiunge al quadro la frantumazione del quadro politico e non solo delle alleanze di inizio Legislatura, ma anche con l'incertezza dello scenario futuro e con la presenza di cambiamenti da considerare e fra questi - ovvia la partigianeria - mi sento di ascrivere "Mouv'", in cui sono fiero di riversare le mie esperienze. Considero che, in modo chiaro e senza trucchi, sarà bene - quando si riterrà opportuno e non solo per una visione elettoralistica per ora prevalente - definire bene che cosa si intenda per "area Autonomista", oggi sovraffollata e con qualche presenza abusiva, in un confronto onesto e visibile, anzitutto sui contenuti per evitare formule di aggregazione che risultino solo scelte tattiche, poi concretamente inconcludenti. Capisco che non sia una procedura facile e che prevalga il desiderio di tavoli più di facciata con la firma di documenti smilzi che di idee e progetti per affrontare i temi più caldi. Ma senza la benzina, fatta appunto da proposte serie e azioni concrete, la macchina dell'Autonomia è destinata a stare ferma in garage con ruote sgonfie e polvere sulla carrozzeria o, peggio ancora, essere considerata come un'auto d'epoca, buona sola per partecipare a parate nostalgiche.