Una ciliegia tira l'altra e siamo del tutto nella stagione giusta. Ci riflettevo in queste ore, avendo scritto di recente delle norme di attuazione - che dovrebbero essere come le ciliegie... - con riferimento all'armonizzazione della "legge Severino" con l'ordinamento valdostano nella parte delle conseguenze sul funzionamento del Consiglio Valle per sospensioni dovute a condanne penali. Mi compiaccio sempre, confrontandomi a suo tempo anche con l'esperto di ordinamento valdostano Renato Barbagallo, di come scrivemmo nel 1993 la norma statutaria - sino ad allora assente - per la nascita di una "Commissione Paritetica" stabile, cui spetta il compito di "sfornare" le bozze di norme di attuazione.
Dice, infatti, l'articolo 48bis dello Statuto vigente: "Il Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi recanti le disposizioni di attuazione del presente Statuto e le disposizioni per armonizzare la legislazione nazionale con l'ordinamento della regione Valle d'Aosta, tenendo conto delle particolari condizioni di autonomia attribuita alla regione. Gli schemi dei decreti legislativi sono elaborati da una commissione paritetica composta da sei membri nominati, rispettivamente, tre dal Governo e tre dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e sono sottoposti al parere del Consiglio stesso". Questo significa attuare lo Statuto, in una logica di autonomia dinamica, ma anche potersi occupare di materie non solo presenti nello Statuto stesso e nei decreti luogotenenziali, ma di tenere conto di elementi espressione della legislazione statale, adattandoli alla Valle d'Aosta anche attraverso gli spazi offerti dalla, per fortuna, ancora viva riforma costituzionale del 2001 sul regionalismo, di cui Matteo Renzi voleva fare "carne di porco", ricentralizzando un mare di competenze in favore dello Stato. Ricordo ancora, a premessa, che senza la garanzia dell'intesa con la Regione nel corso dell'esame di un ipotetico nuovo Statuto, sempre attesa e mai arrivata (nella già citata riforma Renzi la dizione presente, nel quadro desolante, era ambigua) il corpus delle norme di attuazione è la sola garanzia per far muovere lo Statuto, evitando un suo congelamento allo status quo. Sembrano solo questioni tecniche, ma esiste un fondo politico assolutamente solido. Un esempio di un lavoro fatto che ha dato i suoi frutti ed uno rimasto invece inespresso. Siamo nel 2006, epoca della mia Presidenza alla Regione, quando varata la norma di attuazione sulla Previdenza complementare, che dalla norma in poi si è grandemente e positivamente sviluppata con la nascita di fondi pensione piuttosto diffusi e pure redditizi in periodo gramo. Già allora, in parallelo, si ragionò su di un fatto preclaro: si allunga la vita e con essa si accentuano problemi di salute e anche di assistenza per una popolazione che si fa sempre più anziana e questo in contemporanea con la diminuzione della spesa pubblica per il Sociale rischia di crea un vero cortocircuito, di cui è esempio eminente la crisi del sistema delle micro comunità per anziani in Valle d'Aosta. Un fiore all'occhiello che sta appassendo. Undici anni fa, pensandoci, venne approvata la "Norma di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste in materia di contributi per la copertura di oneri sanitari ed assistenziali". Scusate il riferimento alla norma, ma penso sia comprensibile e si fa appunto riferimento alla legge costituzionale di riforma del regionalismo: "La Regione, in attuazione dell'articolo 3 dello Statuto speciale e del combinato disposto dell'articolo 117 della Costituzione e dell'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, numero 3, nel rispetto dei principi della legislazione statale in materia di assicurazioni sociali, d'assistenza sanitaria e di integrazione socio-sanitaria, può disciplinare con legge l'istituzione di contributi, anche obbligatori, a carico dei cittadini residenti nel territorio regionale, destinati alla costituzione di fondi assicurativi volti a garantire ai cittadini l'erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali previste dalla legge medesima". Gli articoli successivi dettagliano le misure possibili e i meccanismi attuativi. In un periodo di vacche magre il sistema, specie a beneficio dei giovani, che possono mettere fieno in cascina per la loro vecchiaia, dovrebbe essere messo in piedi e riguarderebbe anche quelle necessità di Sanità complementare che oggi non sono una bazzecola, visto che il "Sistema sanitario nazionale" spesso subisce rallentamenti o obbliga facilmente al pagamento di ticket. In entrambi i casi, Sanità e Sociale, non si tratterebbe di creare chissà quali carrozzoni, ma avvalersi di strutture già esistenti nel pubblico o trovare formule di convenzionamento con chi opera con successo anche nel settore privato. Le emergenze che ci saranno in questi settori dello Stato Sociale si concretizzeranno in una realtà sempre più bruciante, che. si affronta con riflessioni da mettere in campo per tempo, altrimenti la nostra piccola Regione non saprà rispondere alle richieste crescenti dei cittadini e i cittadini non sapranno come fare con costi esplosi nei servizi.