Le celebrazioni dell'Autonomia valdostana si ripetono stancamente con pochi partecipanti, che devono assistervi in quanto autorità e sono precettati ad essere belle statuine a cerimonie meste e senza entusiasmo e vitalità. Dei cittadini neanche l'ombra, vista l'impostazione intrisa di stucchevole ufficialità ed in assenza di una festa popolare che possa davvero dimostrare che i valdostani ci sono, come avviene per tanti popoli che credono in sé stessi e nel proprio avvenire. Mentre oggi una coltre di sfiducia e pessimismo abbassa l'autostima e rischia di trasformare sempre di più i discorsi ufficiali in scatole vuote, specie quelli scritti da altri rispetto a quelli che li pronunciano.
D'altra parte - inutile contarci storie - la Politica, e non mi esimo da mie responsabilità, sta navigando sempre più distante dalla società civile ed il risveglio della Giustizia dormiente sta mettendo alcuni politici sulla graticola e si prevedono nuovi fronti. Certo ci rimettono loro, perché la responsabilità penale ed il danno erariale sono personali, ma lo svilimento delle funzioni pubbliche indebolisce le Istituzioni ed il complesso dell'ordinamento valdostano. Accanto al compito dei Magistrati, esiste anche un aspetto morale - magari anche religioso per chi ostenta spesso la propria Fede in politica - cui bisogna sottoporsi per il famoso "bene comune", che finisce purtroppo anche in bocche indegne, che si fanno vedere con coraggio da leoni pure a convegni sulla legalità... Ma le parole vagano nell'aria, mentre i fatti sono riscontrabili ed è visibile nei dati - i fondamentali dell'economia valdostana - una situazione grave, che incide sul benessere della nostra società, sulle famiglie e sulle singole persone. Il Welfare valdostano sta crollando a pezzi e non bastano la propaganda e le promesse per dimostrare bilanci sempre più striminziti ed un vuoto di idee e proposte. In questo deserto cresce l'erbaccia del disinteresse e del disprezzo verso alcuni valori dell'Autonomia e si affacciano da fuori e da dentro coloro che non vedono l'ora di fare sparire Statuto Speciale annessi e connessi, per indegnità. Questo clima cupo, alimentato oltretutto da bagarre in Consiglio Valle non sempre di facile lettura e con il rischio di fare di tutta un'erba un fascio, mi preoccupa molto e vedo in certo smarrimento la premessa a disastri in arrivo. Sarebbe bene reagire e fare il punto della situazione e non solo perché fra un anno si voterà, ma perché quando le cose non funzionano voltare la faccia dall'altra parte o peggio chiudersi nel proprio privato, non risolve la situazione. Con altre persone stiamo costruendo delle alternative con "Mouv'", che spero saranno apprezzate da chi condivide certe analisi e ritiene che sia ora di impegnarsi senza sprecare energie in proteste vuote sul cammino del populismo e nella scelta astensionistica che serve solo ai "cattivi", che certi voti eterodiretti li adoperano come giocolieri. Si avvicinano i settant'anni dall'emanazione dello Statuto e certi anniversari contano se servono non solo per i rituali e per troppi "bla bla", ma sono una spinta per risalire in superficie dal pozzo in cui siamo caduti. Altrimenti la mozione degli affetti e i predicozzi sull'Autonomia rischiano di essere un inganno, mentre veleni e infiltrazioni di malaffare e di criminalità organizzata possono essere sconfitti solo con sincerità di intenti e programmi seri. Il presupposto di tutto è una ribellione civile degli onesti. Smentendo l'impressione alla Leo Longanesi: «Ci si conserva onesti il tempo necessario che basta per poter accusare gli avversari e prendergli il posto». La svolta è una strada condivisa che ridia un senso a quello che siamo e a quello che vogliamo, rigettando retorica, fumisterie e paraocchi, che oggi cercano di coprire la drammaticità della situazione, ostentando addirittura sicumera e appelli all'unità e chi lo fa è solo nella linea "Cicero pro domo sua" perché tutto resti uguale.