Ci sono storie piccole piccole che da personali diventano collettive e forse, nella loro banalità solo apparente, diventano un segno - oggi si direbbe un "marker" - dei tempi che viviamo molto di più di quanto avvenga con certi grandi avvenimenti. Ecco un caso: mi domando come si possano difendere le persone anziane dalla presenza in casa del telefono fisso e da certe sue insidie. Non racconto una storia remota, ma la realtà di mia mamma 87enne, assolutamente in gamba e autosufficiente, ma che certo sente il peso dell'età ed è evidente che non è una situazione destinata a migliorare. E' assai probabile che, invecchiando ancora, avrà bisogno di qualcuno che le stia stabilmente vicina e con mio fratello ci avevamo provato tempo fa senza successo, perché l'idea di una badante in casa (io ne avevo incontrate alcune per una prima scrematura) non era per lei non sopportabile e insistere su certe impuntature è davvero una lotta impari.
E' vero che adopera anche il numero di telefono portatile di mio papà con un apparecchio di recente rinnovato e molto basico, visto che lo usa solo per telefonare. Ma la "linea fissa" non penserebbe mai di abbandonarla, perché fa parte del suo passato e di quelle sicurezze che sono sempre più come punti di riferimento in una certo smarrimento che avanza con il tempo. E' una situazione sempre difficile da vivere, ma dobbiamo fare i conti - nel bene come nel male - con le conseguenze del progressivo invecchiamento dovuto allo spostamento della probabilità di vita. Ricordo tra l'altro che in Italia si sta investigando e ci sono utili supposizioni non esaustive sul perché per la prima volta nella storia d'Italia proprio l'aspettativa di vita degli italiani sia stata in calo secondo il rapporto "Osservasalute" e questo per un numero di morti di anziani superiore al consueto. Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne. Mentre nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L'andamento ha riguardato anche la nostra Valle. Ma torno al punto, dopo la troppo lunga digressione. Mia mamma riceve troppe telefonate pubblicitarie e sappiamo - perché capita anche a me sul fisso, pur essendo assente da qualunque elenco autorizzato - che questo significa richieste dai "call center" (con personale pagato a provvigione e perciò insistente) ad esempio per la telefonia, per il gas, per l'energia elettrica. Mia madre si impantana di fronte a certe richieste ambigue e insinuanti e tocca poi ai figli risalire ai contratti stipulati a voce nel tempo utile consentito per la rinuncia del consumatore, ma con percorsi ad ostacoli burocratici che mia madre mai e poi mai sarebbe in grado di affrontare. Segnalare l'utenza come contraria a qualunque forma di vendita telefonica, anche in questo caso con una corsa ad ostacoli, non è servito, perché l'assalto prosegue. Immagino che la sanzione sia inferiore ai possibili guadagni, per cui le telefonate fioccano e questo crea angosce e incomprensione in età molto avanzata e per i familiari ingenerano la condivisione di queste preoccupazioni e la speranza di risolvere certi pasticci che si possono creare come conseguenza. Annuncio la mia impotenza e la speranza - se fossi ancora parlamentare mi metterei all'opera - per norme chiare, definite e cattivissime per evitare che un presidio di sicurezza - il telefono - diventi ad ogni squillo improprio un elemento turbativo per chi, per ragioni anagrafiche, amplifica situazioni che possono dimostrarsi un peso enorme nella quotidianità della vita.