Uno può girarci attorno, ma il fatto sicuro è che gli Stati Uniti - amati ed odiati a seconda delle visioni che difficilmente accettano il giusto mezzo di una visione "grigia" - dettano legge in fatto di mode e tendenze e in pochi resistono ad un certo tam tam. Un esempio tangibile è l'attesa in queste ore - un tempo del tutto impensabile - per il "Black Friday". Focus.it, imbattibile nelle sintesi, racconta così l'origine di questo fenomeno: "Il "venerdì nero" viene l'indomani del Ringraziamento (la festa che si celebra il quarto venerdì di novembre negli Usa ed in Canada) ed è il giorno in cui, secondo una tradizione consolidatasi negli anni Sessanta, i negozianti americani propongono sconti speciali allo scopo di favorire lo shopping e dare il via alle spese natalizie".
"Perché proprio nero? - si legge ancora - Perché all'epoca i registri contabili dei negozianti si compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e quello nero per i conti in attivo. E nel venerdì dopo il ringraziamento, grazie a queste promozioni, i conti finivano decisamente in nero. Un'altra teoria: secondo un'altra tesi, l'origine del nome è meno poetica. Il "nero" sarebbe causato dal traffico sulle strade e dalla congestione nei negozi, provocata da migliaia di americani attirati da sconti - validi soltanto quel giorno - anche dell'80 per cento". Sembra, invece, essere una bufala, cioè notizia infondata, che il termine derivi dal fatto che il giorno dopo il Ringraziamento gli schiavisti vendessero gli schiavi (solitamente di colore) ad un prezzo scontato per aiutare i gestori delle piantagioni, visto che il primo utilizzo noto della definizione risale al 1951, quindi quasi un secolo dopo la fine della schiavitù in America. Altrettanto infondata è la tesi che legherebbe l'espressione alla pratica dei dipendenti di dichiararsi malati la mattina seguente al "Thanksgiving" per ottenere quattro giorni consecutivi di ferie: il giovedì del Ringraziamento, il venerdì e il weekend. Il nero - pensate al volo pindarico - sarebbe legato alla peste bubbonica (nota come "nera") - a causa dell'impatto sull'economia dei commercianti: metà dei dipendenti si volatilizzava e, spesso, presentava certificati medici. Naturalmente altri pensano di avere ulteriori teorie da accampare, ma quel che conta è quell'effetto che fa sì che i grandi outlet italiani, ma soprattutto i giganti di del commercio on line, sono giorni che martellano con una pioggia di sconti, che dovrebbero poi culminare con la giornata di domani. Conosco chi questa sera a Mezzanotte sarà lì sul pezzo - leggi computer - per fare qualche affarone, mentre domani in molti affluiranno nelle diverse strutture che promettono faville ed in vista del Natale sono in tanti a non voler perdere qualche occasione per risparmiare sui regali. In fondo è una formula di saldo, che dimostra per altro che l'ambizione che un tempo avevano le leggi regionali di fissare date canoniche per le vendite scontate è ormai come tappare con un dito una diga fallata. Va ricordato poi che l'andamento delle vendite di domani influirà anche sull'economia americana, perché indicatore prezioso dei consumi, che contano molto per capire il sentiment della popolazione, specie dopo l’avvento dell'era Trump. Tra l'altro negli States al venerdì consumistico si aggiunge anche il "Cyber Monday", il primo lunedì successivo, caratterizzato da grandi sconti relativi a prodotti di elettronica: in sostanza rappresenta la risposta dell'e-commerce al "venerdì nero" ed è caratterizzato da una massiccia offerta di ribassi esclusivamente online. Oggi, invece, è il "Giorno del Ringraziamento", che risale al 1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon raccolto. Nel 1863, nel bel mezzo della guerra di secessione, Abramo Lincoln proclamò la celebrazione del "Giorno del Ringraziamento", che da quel momento diventò una festa annuale sentitissima negli USA. Sulle tavole familiari - mai al ristorante, come abbiamo imparato dai telefilm! - fa una brutta fine il tacchino, cucinato a puntino e accompagnato da "salsa gravy", puré di patate, patate dolci, salsa di mirtilli, verdure e torta di zucca. Da noi ogni tanto il povero tacchino emerge sulle tavole natalizie. Mentre scrivo ho una certa acquolina in bocca, maledetto carnivoro...