Ogni settore in cui ci si trovi implicati ha il vantaggio, se lo si voglia, di consentire di imparare cose nuove - come metodo utile in tutti i casi - in un periodo nel quale appena ti distrai, talvolta con la presunzione di essere depositario di un sapere considerato buono per sempre, rischi di non capire cambiamenti così veloci da lasciarti subito indietro e riacchiappare la testa del gruppo non è così facile. Mi occupo, in un ambito piccolo piccolo piccolo qual è la programmazione regionale di "RaiVd'A", della Televisione (e della Radio, ma quella oggi non c'entra). La mia unica finestra sul mondo televisivo è dal 2009, quando sono tornato al lavoro dopo tanti anni dedicati in esclusiva alla politica grazie alla possibilità-obbligo dell'aspettativa, un breve soggiorno settembrino a Biarritz sull'Atlantico, dove si svolge un "incontro-mercato".
Così viene descritta dagli stessi organizzatori, che riuniscono i maggiori produttori francesi nel settore audiovisivo: "Le "Rendez-Vous" est la manifestation phare de l'association. Organisé chaque année par "TV France International", le "Rendez-Vous" est un marché dédié spécifiquement aux programmes français, permettant aux acheteurs étrangers de visionner l'offre télévisuelle française récente; plus de deux tiers des œuvres y sont présentées pour la première fois au marché international". Il meccanismo è semplice: i venditori hanno stand più o meno grandi ed i compratori accedono a colloqui faccia a faccia, ma in un salone attiguo i partecipanti possono vedere tutto il materiale televisivo a disposizione in postazioni singole via computer, riassunte per comodità anche in una pubblicazione cartacea che fa da sintesi (in cui - annoto - si espande l'uso dell'inglese rispetto al francese). La fame di prodotto televisivo spinge a Biarritz addetti ai lavori di tutto il mondo alla ricerca di prodotti vari - documentari, fiction, film, cartoni animati - e la Francia offre prodotti di qualità, che sono spesso il frutto di quelle coproduzioni internazionali che servono quando i budget per produrre sono elevati e già si prefigura per certi progetti un successo globale. Da una parte la televisione non butta via niente, come dimostra il fatto che si ripropongono in programmazione periodica anche materiali del passato, specie nel periodo estivo e con successo per via dell'effetto nostalgia (come dimostra il successo "Rai" di "TecheTecheté"). Dall'altra la televisione è un'onnivora consumatrice di novità e molti prodotti ruotano attraverso i Continenti che siano prodotti in versione multilingue o format che vengono riproposti in modo seriale a diverse latitudini. Una volta la televisione era un segnale via antenna, poi la rivoluzione dei satelliti e quella del Web - con il digitale che ha sostituito tutti i passaggi tecnici della filiera - ha creato un gran minestrone e così anche le televisioni generaliste si sono piegate alla presenza su Internet con "streaming" e "podcast" che cambiano la sostanza di una visione che non è più obbligata alla rigidità degli orari dei palinsesti e diventa una televisione "fai da te", compreso l'acquisto di film con diverse modalità rispetto alle poltrone delle sale o al noleggio di pellicole. Ma, dietro a tutto, ci sono l'estro, l'ingegno e la cultura di fare la televisione, ormai sdoganata dall'apparecchio che le ha dato il nome: la Televisione è uscita dalla televisione e questo le assicurato nuove forme di vita. In più i francesi hanno capito che per sopravvivere allo strapotere americano dovevano fare sistema è così i competitori sul mercato lavorano a Biarritz fianco a fianco per vendere i loro prodotti, perché anche la concorrenza non esclude alleanze quando il mercato ha dimensioni mondiali (lo capissero le Alpi per il turismo!). Nulla esiste di questo genere per il mercato italiano, che pure esprime prodotti originali, ma mi pare più ispirato a metodi rudimentali impensabili ai tempi della globalizzazione. Un esempio che temo valga per tanti settori dell'economia e da qui il visibile declino.