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03 dic 2015

L'addio della Lavazza alla Valle d'Aosta

di Luciano Caveri

Un'altra botta micidiale al sistema industriale valdostano: lo stillicidio di chiusure vede aggiungersi lo stabilimento "Lavazza" di Verrès. Paese già colpito in questi anni dal drastico ridimensionamento della "Verrès SpA" di proprietà del "Poligrafico dello Stato" nel settore della monetazione e della fusione artistica e dalla cessazione di altre attività, come la "Rivoira", nota azienda operante nei gas industriali. "Lavazza" arrivò nel 1989, subentrando alla "Coinca", che pochi anni prima aveva spostato in Valle la sua attività di torrefazione (faceva parte del consorzio "São Cafè") da Borgaro Torinese sulla base di una travagliata convenzione con la Regione stipulata nel 1983, che prevedeva - quando le norme europee lo consentivano - che fosse la Regione stessa a realizzare e affittare uno stabilimento chiavi in mano nuovo di trinca. Si può così dire che per un po' meno di trent'anni l'aroma del caffè, pure con qualche polemica sulle conseguenze di questo profumo, ha fatto parte delle caratteristiche del paese della bassa Valle.

Ora appunto la decisione di andarsene. Ha scritto ieri la "Lavazza" in una nota: «La decisione è da inquadrarsi nel contesto della razionalizzazione del sistema produttivo Lavazza, che ha visto di recente l'Azienda investire in maniera significativa nella riqualificazione dei propri siti produttivi di proprietà. Lavazza opera in un mercato mondiale sempre più competitivo, in forte evoluzione e caratterizzato da aggregazioni tra i grandi operatori internazionali che hanno ridisegnato in maniera strutturale e non contingente il business del caffè. In questo scenario la velocità di risposta e l’efficienza dei processi produttivi rappresentano una scelta obbligata e non più rinviabile. Da qui la necessità di potenziamento e ottimizzazione della capacità dei siti polifunzionali di proprietà, attrezzati per lavorare sia caffè macinato e grani che capsule». Sembra passato chissà quanto da quell'aprile del 2008, quando firmai con l'ingegner Alberto Lavazza, amministratore delegato del Gruppo, assieme all'allora sindaco di Verrès Piero Prola, un protocollo d'intesa i cui esiti avrebbero radicato con certezza la "Lavazza" a Verrès. Ne ricordo la parte principale che dice: "la "Luigi Lavazza SpA" valuta positivamente l'opportunità di reperire nel territorio valdostano e segnatamente nel Comune di Verrès la possibile nuova sede presso la quale intenderebbe procedere al potenziamento della produzione attualmente presente nello stabilimento ex "Coinca", e l'installazione di almeno cinque nuove linee di porzionato per le quali è prevista a regime la produzione di circa 600 milioni di capsule all'anno, nonché ad una attività di formazione sia per l'attuale personale, sia per le nuove assunzioni previste nel primo triennio di attività, che potranno consentire un importante incremento dell'attuale forza lavoro attualmente impiegata presso lo stabilimento ex Coinca". "Lavazza" chiarì che bisognava fare in fretta, dando un anno di tempo per chiudere il cerchio e avviare la costruzione e per questo si lavorò subito per rendere disponibile la vasta area della ex "Balzano" (già "Guinzio Rossi") fra la Dora e la ferrovia. Con l'avvento della nuova Giunta Rollandin il dinamismo venne meno e dunque - per chi conosceva la tempistica richiesta da "Lavazza" - fecero sorridere amaro le dichiarazioni dell'assessore Ennio Pastoret in Consiglio Valle nel gennaio del 2010: «posso dire che, per quanto riguarda tutto il percorso con l'azienda "Lavazza", in vista della firma di questa convenzione che darà seguito al protocollo d'intesa, siamo in fase conclusiva e all'interno di questa convenzione sono rappresentati tutti gli elementi che già erano presenti nel protocollo d'intesa. L'azienda ha manifestato ancora la sua volontà di dare seguito ai contenuti di quel protocollo d'intesa, di mantenere il suo insediamento in Valle d'Aosta e di vederlo delocalizzato nell'area ex Balzano». In realtà il dossier si inabissò per evidente scelta o miopia politica e "Lavazza" ha poi allargato il suo stabilimento di Gattinara per quanto doveva essere fatto a Verrès e non si è fatto, creando le precondizioni per l'odierno addio. Ma la storia del protocollo venne inumata - come presa d'atto - solo nel 2013, quando si chiuse del tutto la vicenda del nuovo stabilimento verrezziese, sostenendo che la crisi in atto ne impediva la realizzazione, ma in realtà "Lavazza" aveva già investito altrove. All'epoca si sostenne inoltre da parte del presidente Augusto Rollandin che «è davvero positivo che un'azienda così prestigiosa continui a credere e ad investire in Valle d'Aosta, con importanti ricadute per l'occupazione ed il territorio». Difatti ora lo stabilimento chiude e cialde e formazione sono state realizzate altrove. Complimenti.