Quando ti tocca cominciare a discutere su quale macchina comprare per il tuo figlio diciottenne, incombe il tempo che passa. Se poi calcolo, in quelle logiche strampalate di comparazione, che mio papà – nel 1977 – era un pochino più giovane di quanto lo sia oggi, quando ebbe con me lo stesso problema, allora questo maledetto pallottoliere, con cui calcolo il tempo che passa, lo bruceresti nel camino. I figli – l'ho detto tante volte – più di molte altre, ti battono il tempo, che sembra diventare più svelto ogni anno che passa. Cominciamo dalla mia macchina: la richiesta era a colpo sicuro "Autobianchi A112", vettura prodotta dal 1969 al 1986: la mia era la "terza serie". Ricordo come la scelta avvenne, in modo ponderato, con vasta lettura del già esistente "Quattroruote", testo sacro per chi cerchi la soluzione giusta. Quando ho rivisto, di recente, un modello simile di auto, ho capito come il tempo sia ingeneroso con la dimensione delle macchine: a me allora non sembrava una scatolina così piccola! Ma la ricordo, comunque, con grande simpatia: era una vetturetta scattante e andava bene sulla neve, anche perché all'epoca si usavano le "chiodate", che non sono neanche parenti lontane delle termiche come tenuta (ma so bene che si "mangiavano" l'asfalto). Certo l'anno dell’acquisto, per ragioni anagrafiche e dunque di ottenimento della patente, fu non proprio azzeccato: il 1977, per il sommarsi delle crisi energetiche per turbolenze internazionali, fu un anno record, in negativo, per il prezzo della benzina! In questo, oggi, si va pure peggio... Il giovane Laurent, in attesa del foglio rosa, ma con il vantaggio di essere già da diciassettenne in grado di avere una "guida assistita", come da nuovo codice della strada, ha iniziato la "caccia" alla macchina con un grande anticipo. La prima "moral suasion" paterna è stata diffidare degli specchietti per le allodole su Internet, dove chiunque può trovare dei grandi affaroni che puzzano di carogna lontano un miglio. Devo alla pazienza del vecchio amico Pierre Noussan – famiglia che ha fatto la storia della "Fiat" in Valle d’Aosta – una spiegazione analitica al ragazzo su come muoversi sul mercato con consigli preziosi, sapendo, tra l'altro, che oggi un neopatentato deve scegliere la prima auto in un novero piuttosto limitato a causa della restrizione prevista all'inizio, per chi guida, sulla potenza dell'auto. Poi siamo finiti sul mercato a cercare e, dopo lunghe tribolazioni e qualche "colpo di fulmine" estemporaneo per qualche modello un pochino più chiassoso, la lancetta si è alla fine fermata su un usato, recente e con poca percorrenza, di una "Fiat Punto Evo". L'operazione è stata complessa, ma alla fine, tra breve, si chiuderà. Pur notando, ma varrebbe un altro post, che per i neopatentati esiste un salasso per l'assicurazione Rca auto, che sarebbe una materia da forconi.