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07 mag 2013

"Cva": una storia opaca

di Luciano Caveri

Chi fa politica da tanti anni impara anche che mai bisogna, anche di fronte alle polemiche più incandescenti, buttare via il bambino con l'acqua sporca. Espressione popolaresca di rara efficacia. Per questo mi stupisce tutta una polemica sotterranea, alimentata dai "soliti noti", su certe affermazioni dell'Union Valdôtaine Progressiste e del sottoscritto sulla azienda elettrica valdostana, in acronimo "Cva". Chi racconta di estremisti distruttivi che agitano chissà quali tematiche per "colpire" questa azienda partecipata e i suoi dipendenti lo fa, purtroppo, in palese malafede. Nessuno vuole colpire o danneggiare niente o nessuno, ma non si può neanche guardare le cose con gli occhi ricoperti di "pelle di salame", per usare un'altra espressione popolaresca. Le partecipate sono società sui generis, perché non hanno azionisti privati, ma i proprietari - lo dico senza demagogia - siamo tutto noi e dunque la trasparenza non è un optional. Per questo pubblico qui la registrazione del mio intervento, perché le cose dette possono piacere o non piacere, ma non esiste nel mio interventi nessuna logica distruttiva, anzi!