Nell'ormai abbandonata area industriale "Union Carbide" all'ingresso della Valle d'Aosta, al confine tra Pont-Saint-Martin e Carema, nel presente periodo di programmazione dei progetti comunitari, era stato previsto un progetto denominato "Porta della Valle d'Aosta", che è stato poi soppresso dall'attuale Governo regionale. L'idea nasceva da un pensiero: se mai si fosse realizzata nel dopoguerra la famosa zona franca, allora proprio a Pont-Saint-Martin - come avviene oggi a Livigno - ci sarebbe stata una barriera doganale con un "efffetto frontiera" per controllare l'esportazione dei prodotti al consumo non tassati. Il secondo pensiero stava nel fatto che l'ingresso-uscita della Valle poteva essere valorizzato da una scelta architettonica di prestigio che fosse un benvenuto e un arriverci e che fosse anche una sorta di "autogrill" del nuovo Millennio, neppure lontano parente delle piu recenti e orrende aree di sosta autostradali, con le eccellenze della Valle e dell'Italia. Il progetto era stato sottoposto al vaglio degli esperti dei fondi comunitari che ne avevano validato la sostenibilità economica e sarebbe stata un'area - comprensiva di un ponte sull'autostrada come "segno" - cui poter entrare da entrambe le direzioni dell'autostrada in un parcheggio di sosta che sarebbe stato anche, con il treno, il punto di partenza, nel breve tragitto verso la stazione di Hône, per i visitatori del Forte di Bard. Interessato al progetto, persino con una prima ipotesi progettuale di un immobile a forma di un'antica gerla, sarebbe stato Oscar Farinetti di "Eataly" con la maggioranza della società e si sa che si tratta di un imprenditore serio che punta sull'innovazione e sulla valorizzazione del territorio e la "Porta" avrebbe avuto ristoranti e spazi vendita di grande qualità e attrattiva. Peccato che al presidente Augusto Rollandin questo progetto non sia mai piaciuto e già all'epoca lo disturbava l'idea di turbare l'attività agricola sui prati adiacenti alla possibile costruzione di una locale famiglia di agricoltori-allevatori suoi amici in affitto. Per cui, nel silenzio degli amministratori locali prima assai interessati in appositi incontri, la "Porta" è sparita dai progetti regionali senza nessuna discussione. Ora diversi "boatos" interessano l'uso futuro di questa vasta area d'ingresso della Valle, di certo strategica per l'intera regione, da zone commerciali genere "outlet" - cioè quelle vaste zone con marchi di aziende famose con "vendite ribassate" - a infrastrutture ludico-sportive. Si parla persino di uno stadio di calcio da ventimila posti, cui sarebbe interessato il patron del "Sion", Christian Constantin, che ha nella professione - guarda caso - uno studio d'architettura. Vedremo di che cosa si tratta e quale ne sia la fondatezza in Consiglio Valle e nel Consiglio comunale di Pont-Saint-Martin. Certo, se ci fossero conferme totali o parziali, un'iniziativa di questo genere nulla avrebbe a che fare con l'immaginifica e produttiva collaborazione con Farinetti.