La politica italiana in difficoltà, ogni tanto e per fortuna, mostra qualche sussulto che consentirà forse di uscire dalla difficile situazione attuale. E' indubbio, in questo senso, che le primarie del centrosinistra siano state un successo, come dimostrano i dati di partecipazione al voto in Italia e anche in Valle d'Aosta. E' vero che i dati delle "primarie Prodi" dell'ottobre del 2005 erano più alti, ma comparare oggi con allora è impossibile, visto il complesso di ragioni che hanno allontanato molti dalla partecipazione alla politica in questi ultimi anni. Pierluigi Bersani ha staccato di molto Matteo Renzi con cui si giocherà il ballottaggio e la reazione stizzita di alcuni "renziani" ai primi dati presuntivi, dopo la chiusura delle urne, conferma che si aspettavano di più, se non addirittura quel sorpasso che in Valle d'Aosta pareva a un certo punto dovesse esserci e certo il dato finale, che vede comunque al primo posto il segretario del partito, assegna al sindaco di Firenze più voti di quanto ci si aspettasse con un gruppo dirigente del Partito Democratico valdostano quasi interamente schierato con Bersani. Ora, come dicevo, il centrosinistra avrà un settimana di campagna elettorale, che sarà di certo incandescente, per il testa a testa finale. Decisivi saranno gli elettori di Nichi Vendola, il terzo arrivato con un numero di voti piuttosto ridotto rispetto a quello che si pensava valesse la parte più a sinistra dello schieramento e sarà interessante capire se in certe zone - forse anche in Valle d'Aosta - sarà o meno il "Movimento" di Beppe Grillo ad occupare spazi in quell'area. Trattandosi in sostanza della prima volta che le primarie hanno avuto una competizione vera fra due avversari assai diversi come personalità e come programmi, questa ultima settimana di confronto sarà interessante per capire contenuti e toni dello scontro. Renzi per recuperare dovrà essere attaccante e questa situazione peserà nella fase successiva al voto definitivo. Perché in fondo in queste primarie all'italiana è questo che conta: finita la battaglia e vinta la guerra, al di là della retorica sulla partecipazione e sul grande sforzo democratico, bisognerà vedere se le due anime sapranno saldarsi e affrontare lo scontro vero, quello delle imminenti elezioni politiche. In fondo è quel che capita, in una logica di aggregazione senza sbavature, negli Stati Uniti, Paese del vero bipolarismo, dove - finiti gli scontri interni - democratici e repubblicani restano compatti e si sfidano fra loro per la "vera" posta in palio. Infine un'annotazione: il tema principale della politica italiana, che rischia di passare in secondo piano per l'attenzione alla tenzone Bersani-Renzi, resta la legge elettorale. Per l'ennesima volta si dice che questa settimana sarà «quella decisiva». Dubito ma è bene non perdere la speranza.