Il quorum sul pirogassificatore è stato raggiunto e dunque il sì - cioè il no all'impianto - ha vinto e così sia. Onore ai vincitori, come è giusto che debba avvenire in democrazia e spero che i commenti ora saranno, ma temo sia una pia illusione, più pacati di una campagna referendaria piena di acrimonia che peserà sul confronto futuro in una piccola comunità come la nostra, specie in una fase storica in cui - l'ho scritto e motivato mille volte e dunque non ci torno - dovrebbero essere più importanti le cose che uniscono di quelle che dividono. Forse, passato il calor bianco fra esaltazione dei vincitori e regolamenti di conti fra i perdenti, tornerà al centro il gran quesito, quello vero: cosa facciamo ora dei nostri rifiuti? Chiuso il capitolo dei trattamenti a caldo, si apre l'incognita dei trattamenti a freddo e non sfugge a nessuno un fatto reale: l'esaurimento imminente della grande discarica alle porte di Aosta. Di conseguenza non sarà difficile immaginare che si cercherò lo spazio dove piazzare i rifiuti che non saranno bruciati. Ricordo che l'ipotesi di Issogne-Champdepraz dell'area ex Follioley era in passato in prima posizione nelle relazione degli esperti per una nuova discarica. Vedremo se sarà così o no o se vi saranno altre opzioni maturate dopo i corposi dossier sul tema di pochi anni fa. Intanto questo gran movimento e questo complesso incrocio politico che si è creato porterà in carrozza alle politiche del 10 marzo e alle regionali del 26 maggio. Le urne più di tante elucubrazioni disegneranno gli equilibri futuri e l'esperienza porta a dire che nulla è mai scontato come sembra e lo dico in positivo come in negativo. Certi esiti bisognerà capire chi puniranno e chi premieranno anche dentro le coalizioni che si sono delineate sul referendum. Concludo dicendo che non ho votato e ribadisco che si trattava di una scelta legittima, adoperata dai diversi schieramenti politici per differenti referendum. Nella discussione al Gruppo dell'Union Valdôtaine, già mesi fa, avevo espresso la preferenza per una battaglia vis à vis sul pirogassificatore, ma discussioni successive - anche con il resto della maggioranza regionale - hanno fatto scegliere ai "decisori" una posizione diversa, quella dell'astensione, cui mi sono adeguato. Ma questo fatto personale non conta nulla e non cambia il fatto che ora bisogna guardare dentro al risultato e interrogarsi. Non penso che il giochino debba essere la ricerca del capro espiatorio - sport praticatissimo in caso di sconfitta - ma di capire che cosa e perché abbia portato all'esito. Magari in un contesto un pochino più ampio alla ricerca di certi meccanismi causa-effetto su cui ho le mie idee, spesso annotate in questo mio spazio e che talvolta sono dispiaciute a chi non ama essere contraddetto. Dovrebbe essere elementare ribadire, invece, che nella franchezza non c'è nulla di eversivo.