E' fantastico come i comunicati ufficiali possano essere omissivi. Prendiamo il caso dell'incontro sulla "Convenzione Alpina" a Poschiavo nei Grigioni di cui sono stato testimone diretto. Il comunicato ufficiale del Governo elvetico recita nella sua parte più importante: "In futuro, le questioni relative alla produzione, al trasporto, allo stoccaggio di energia e all'efficienza energetica nelle Alpi saranno coordinate in modo più sistematico rispetto al passato. E' quanto hanno deciso oggi a Poschiavo (GR), sotto la direzione della consigliera federale Doris Leuthard, i Ministri dell'ambiente nel quadro della "Conferenza delle Alpi", l'organo decisionale della "Convenzione delle Alpi". Con la dodicesima "Conferenza delle Alpi", momento saliente della presidenza svizzera della "Convenzione delle Alpi", si conclude la prima Settimana Alpina tenutasi in Svizzera. Nel quadro della dodicesima "Conferenza delle Alpi", i Ministri degli Stati firmatari della "Convenzione delle Alpi" si sono espressi a favore di una piattaforma per l'energia. Tale struttura consentirà ai Paesi alpini di procedere a uno scambio di esperienze sulle sfide e le opportunità in relazione alle questioni energetiche e climatiche e su progetti concreti. Il mandato, frutto di un'iniziativa della consigliera federale Doris Leuthard, verrà precisato ulteriormente nei prossimi mesi. Al centro dell'attenzione vi è la seguente domanda: come istituire un equilibrio tra la protezione della natura e del paesaggio da una parte, e la produzione, il trasporto, lo stoccaggio di energia e l'efficienza energetica dall'altra. A garanzia di una maggiore sicurezza della pianificazione, la Svizzera auspica che venga stilato un documento di sintesi, comprendente tutti i Paesi alpini, nel quale figurino le regioni idonee per la produzione di energia a partire dalle fonti rinnovabili (acqua, vento, sole). Queste regioni dovranno essere definite in una carta". Aria fritta, naturalmente, perché nella maggior parte degli Stati, come avviene in Valle d'Aosta, questi poteri non sono degli Stati. che - come avviene per il novanta per cento dei temi dei Protocolli - mettono il naso in materie che sono decise e gestite in ambito locale. Questo è il limite della mancata presenza delle Regioni alpine alla "Convenzione" e questo è - detto crudelmente - un approccio colonialista. Peraltro il punto politico vero nel comunicato ufficiale non c'è e riguarda l'atteggiamento degli Stati sulla "macroregione alpina", la famosa strategia unitaria che le Regioni alpine chiedono "dal basso" come l'Unione europea ha già previsto per il mar Baltico e il il fiume Danubio. Come muoversi sul dossier sarà un problema della prossima presidenza italiana, che in parte si sovrapporrà al ruolo italiano di Presidenza di turno dell'Unione europea, come ho spiegato di persona al Ministro dell'Ambiente italiano, vecchio amico, Corrado Clini. Nella sessione finale su questo Clini è stato chiaro, dando una disponibilità a far incontrare "Convenzione Alpina" e strategia alpina, specie dopo il summit fra un mese in Austria che le Regioni organizzeranno per finalizzare la questione in modo concreto per arrivare nel 2013 ad una decisione. Un colpo di scena, tuttavia, c'è stato proprio nel dibattito fra i Ministri - e ha sortito un mio intervento tagliente a difesa delle Regioni e delle popolazioni alpine - quando il Ministro tedesco dell'Ambiente Peter Altmaier, ha fatto un intervento pieno di dubbi e reticenze sulla "macroregione alpina". Nel mio intervento, la cui logica è stata «o nasce a livello regionale d'intesa con l'Unione europea una strategia alpina o chiudiamo l'"ente inutile Convenzione Alpina"», gli ho ricordato come sia stata la Baviera, suo Lander, la capofila entusiasta! Dalla faccia non mi sembrava contento e io sono contento di averlo messo pubblicamente in difficoltà. Vedremo le prossime tappe, compreso il regolamento di conti fra Berlino e Monaco di Baviera.