Ogni tanto le cose si incontrano. Capita che con mio figlio ci si scambi attraverso i telefonini delle frasi in latino. Lui le trae dalla letteratura latina che studia o da qualche versione che fa, mentre io cerco la frase adatta sul dizionario delle citazioni latine. Capita poi che, di tanto in tanto, queste citazioni si riferiscano agli Imperatori romani e questo mi apre il ricordo terribile del mandare a memoria i nomi e le successioni dinastia dopo dinastia. L'incrocio sta in una frase che Laurent mi ha mandato una sera e naturalmente - visto che il mio esercizio con il latino non è granché e non loro era neppure ai tempi del Liceo classico - sono andato a cercare a che cosa si riferisse. "Oderint dum metuant" (Odino, purché temano) è una frase attribuita all'imperatore romano Caligola, come racconta uno dei suoi biografi, Svetonio Tranquillo, anche se poi la frase, tratta da una tragedia di Lucio Accio, viene usata anche da altri, tra i quali il solito Cicerone. Tranquillo scrisse di Caligola (soprannome di Gaio Giulio Cesare Germanico derivato dal sandalo dei militari) come fece anche Dione Cassio Cocceiano. Entrambi dimostrarono una manifesta ostilità e ciò dimostra che basta un biografo ex post per farti nero. Per altro, se a freddo chiedi a qualcuno, che non ha potuto fare delle ricerchine come me per limitare le boiate qui scritte, il nome Caligola si riallaccia alla celebre questione - illuminante del suo caratterino - della minaccia, mai realizzata, di nominare Senatore il suo cavallo preferito. Esempio che nella fase contemporanea si usa per i politici che si trascinano in Assemblee come eletti dei gregari non particolarmente autonomi (uso un eufemismo) sia che si usino "liste bloccate", sia che si usi il gioco delle preferenze. Certo Caligola, nei tre anni e otto mesi del suo regno, ne ha combinate di cotte e di crude, ma a leggere le vicende della sua vita - finita con una trentina di pugnalate - la sua bizzarria aveva pure qualche giustificazione, senza ricorrere, come ho letto che si fa oggi, alla follia dovuta al saturnismo, perché i romani tenevano il vino in otri di piombo (e diventavano matti come il "cappellaio matto" di Lewis Carroll). Comunque sia, la frase "Odino, purché temano", oltre a mostrare che senza l'uso del congiuntivo si perde una bella possibilità di espressione, andrebbe scolpita nei palazzi del potere, perché spesso fotografa la realtà.