26 lug 2012
- «Ciao Luciano!»
- «Ciao papà!» Mio papà Alessandro, "Sandrino" per gli amici, mi sorride. Siamo in un luogo immateriale, come potrebbe essere un paradiso. Non è l'uomo sofferente degli ultimi anni della sua vita. E' un mio coetaneo, come più o meno posso essere io oggi per mio figlio Laurent. Sorride con i suoi occhi nocciola e riconosco la sua bella "r" valdostana, quando così attacca: «per prima cosa volevo dirti che sto bene e che vi seguo da qui. Saluta la mamma, tuo fratello Alberto e tutti i nipotini, cui voglio tanto bene. Se ho deciso di venire a parlarti è per dirti una cosa. Il libro apocrifo degli "Atti di Pietro" racconta della persecuzione dei cristiani voluta dall'imperatore Nerone. Per evitare il martirio Pietro sta fuggendo da Roma ma mentre percorre la via Appia gli appare - in cammino nella direzione inversa - Gesù. L'Apostolo Pietro chiede: «Quo vadis, Domine?» (Signore, dove vai?). Risponde Gesù: «Eo Romam, iterum crucifigi» (Vado a Roma, per essere crocifisso nuovamente). Capisci, Luciano? E' una provocazione la sua: Gesù chiede in realtà a Pietro di ritornare, perché deve affrontare il martirio e lui obbedisce. La tradizione racconta che venne crocifisso a testa in giù, su sua richiesta, perché si riteneva indegno di morire come il suo Maestro. Questo «Quo vadis?» ha una possibilità d'impiego universale. E' lo stesso interrogativo - lo dico senza che il parallelo suoni come irrispettoso - che i valdostani oggi dovrebbero porsi rispetto ai padri fondatori dell'autonomia. Vi state allontanando da certi loro insegnamenti? La strada che percorrete è giusta in questi momenti? Ti ricordi quando ti ho raccontato di quel Chanoux intimo, amico di famiglia, trasformato per il flusso degli eventi della storia in un simbolo importante - un martirio che diventa un esempio di coraggio - anche per la sua morte terribile?». Poi papà mi ha abbracciato, mi ha sorriso, si è voltato e mi ha detto «ciao a tutti!». Ed io mi sono svegliato con la sensazione di averlo qui con me.