Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
23 dic 2010

Non ci resta che sorridere

di Luciano Caveri

Nei motteggi da liceali questa era una citazione in latino, finto precetto medico d'origine goliardica (fenomeno che ho solo sfiorato all'epoca del Liceo ad Ivrea), quando il "latinorum" veniva usato per i suoi effetti ridanciani: "Defecatio matutina bona tamquam medicina. Defecatio meridiana neque bona neque sana. Defecatio vespertina ducit hominem ad ruinam". Traduco: "La defecazione mattutina fa bene quanto una medicina. La defecazione pomeridiana non è né buona né sana. La defecazione serale porta l'uomo alla rovina". Mi è venuto naturale ripensare a queste frasi, pur essendo un orologio svizzero, quando mi è stato raccontato che sono i lassativi i medicinali più venduti in farmacia (seguono gli antidepressivi). Quando ero bambino, l'incubo, in caso di stitichezza, era il clistere con la peretta, ma ricordo il nonno materno e la sua mania per le prugne secche "regolatrici". Ma anche  la pubblicità imperversava: dal "confetto Falqui" «al dolce sapore di frutta» all'amaro medicinale "Giuliani" (il proprietario ha di recente preso a pugni Emilio Fede), dalla "Magnesia bisurata aromatic" a quella "San Pellegrino". Da ragazzini lo scherzo scemo implicava l'uso del "Guttalax" e ricordo parenti tossici di "Fave di fuca" o della "dolce Euchessina". Attenzione, comunque, ai "faux amis", pensando a quell'amico che, vestito da sci di tutto punto, chiedeva, cercando le piste in una nota località sciistica francese, dove potesse andare a... "chier".