Credo di aver già spiegato, in un "Calepin" di qualche giorno fa, le ragioni della situazione piuttosto astrusa di un corpo insegnante che è in Valle dipendente dalla Regione ma con regole contrattuali e "status giuridico" derivante da decisioni nazionali. Inutile tornarci sopra. La questione, tuttavia, riguarda in qualche modo quel blocco delle gite scolastiche, che ha colpito anche la Valle, per il venir meno di quell'indennità che gli insegnanti-accompagnatori ottenevano. Se ho ben capito, l’occasione è anche colta come pretesto per protestare contro la sostanza: il blocco contrattuale, che segue ad un lungo periodo di dichiarazioni diverse, nel senso di una maggior remunerazione, rese da tutti gli ultimi Ministri competenti. Molte altre ragioni di protesta - penso ai tagli del personale scolastico - in Valle non agiscono. Devo dire che le gite scolastiche, già ridimensionate per ragioni di responsabilità degli insegnanti specie in certe scuole dove l'indisciplina ha assunto livelli allarmanti, mai come oggi sono indispensabili per ragazzi in astinenza di socialità a causa di un contesto generazionale e dunque spiace questo blocco che li priva di un'esperienza che ognuno penso che ricordi con nostalgia. Io me le ricordo bene, nel loro crescendo: museo egizio di Torino, lago d'Orta, Portofino, Firenze, Siena, Parigi... Forse, salvaguardando il nocciolo della protesta, sarebbe possibile coinvolgere i genitori per non lasciare i ragazzi a bocca asciutta.