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16 ago 2010

Il ruolo essenziale dell'elicottero

di Luciano Caveri

Nel dicembre del 1956 Jean Vincendon, un giovane parigino di 24 anni, e François Henry, un giovane belga di 22 anni, decidono di scalare lo sperone della Brenva sul Monte Bianco.  Diventeranno, loro malgrado, protagonisti di una tragedia alpinistica piena di polemiche e che finì per giorni sulle prime pagine dei giornali: i loro corpi saranno recuperati solo nel marzo dell'anno successivo. E' quella l'occasione  in cui venne usato un elicottero militare "Sikorsky 58" per tentare per la prima volta il salvataggio in alta quota, ma il velivolo si schiantò e la guida alpina Lionel Terray - che per questo venne radiato dalle guide di Chamonix - decise di soccorrere prima l'equipaggio dell'elicottero nella cui carlinga rimasero, in inutile attesa, i due giovani alpinisti, che morirono in seguito. Da allora l'elicottero, dopo questo primo sfortunato utilizzo, è pian piano diventato l'indispensabile strumento di soccorso sulle Alpi e anche sulle nostre montagne e non solo a beneficio degli alpinisti ma della popolazione tutta. Sono lieto che veda la luce, per cominciare dal Breuil-Cervinia e da Ayas, quel progetto, in cui ho sempre creduto, di un utilizzo in notturna dell'elicottero con piazzole appositamente attrezzate in tutte le vallate. Questo salverà delle vite ed è un ulteriore tappa della relativamente breve storia dell'elicottero per il soccorso in Valle, che è certo un elemento di eccellenza.