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07 lug 2010

Marchionne e il suo braccio di ferro

di Luciano Caveri

Non conosco Sergio Marchionne, il manager alla guida della "Fiat". Mi hanno raccontato che ogni tanto passa, per raggiungere la Svizzera dove abita, con la sua rombante "Ferrari" attraverso il traforo del Gran San Bernardo e, di recente, il salvataggio della "Meridian" di Verrès si deve certamente alla sua mano, visto che la società che produce componentistica in magnesio era originariamente canadese e il Canada è il Paese dove Marchionne si è formato. Certo la vicenda di Pomigliano d'Arco è significativa del suo carattere decisionista. Sono convinto che, dopo il referendum con il "sì" non troppo ampio per la chiusura dell'accordo sindacale, è lui ad avere scelto subito di lasciare la produzione della "Panda" in Polonia e questo non è molto bello per lo stabilimento napoletano. Il suo braccio di ferro con i "duri" della "Fiom" temo finisca qui e la "sconfitta-vittoria" - sarà il tempo a farci capire bene le vicende odierne - di un certo massimalismo, non apprezzando che cosa significhi oggi la competizione internazionale e persino fra Paesi europei come in questo caso, resterà nella storia dei rapporti sindacali.