E' probabile che nessuno avrebbe potuto battere Roma per la candidatura italiana alle Olimpiadi 2020 e certe sceneggiate di finta competizione andavano evitate per onestà. Era, in fondo, come chiedere all'oste se il vino è buono... Se fossi leghista, sarei nero come il carbone per la "bocciatura" di Venezia, una candidatura seria e valida, che sembra un calcio nel sedere ben assestato alla Regione ormai punta di diamante della Lega da parte - lo dico scherzosamente - di quella "Roma ladrona" del protoleghismo. Onore al merito, in questo caso, a Giuseppe Leoni (vecchio amico mio), uno dei fondatori della Lega, ed oggi presidente dell'Aero Club d'Italia, unico voto contrario alla candidatura romana. Oggi, a conferma della bontà del voto contrario, ho persino sentito alla radio un esponente del CONI che segnalava la "storicità" di Roma, come se Venezia fosse una landa desolata rispetto alla civiltà. Oltretutto le vicende affaristiche della cosiddetta "cricca", la cupola d'affari romanocentrica, avrebbe dovuto invitare alla cautela, sapendo come i "grandi eventi" faranno venire l'appetito a certi furboni che nel nome dell'urgenza chiedono scorciatoie e mettono le mani nella marmellata. La verità è che la candidatura è di cartapesta come i carri di Carnevale e dunque la candidatura servirà solo ad alimentare la... candidatura.