L'ottimismo e il pessimismo sono anzitutto uno stato d'animo, poi - come è ovvio che sia - ci sono gli avvenimenti che orientano il nostro modo di porci di fronte alla realtà. E certo i tempi che attraversiamo sono piuttosto grami, anche se - vedete l'ottimista... - sono all'acqua di rose rispetto a quel che hanno vissuto le generazioni come quelle dei miei genitori. Ma la comparazione con il peggio rischia di essere solo un esercizio consolatorio. Oggi vedo due fantasmi che mi preoccupano non tanto per me quanto per i miei figli adolescenti che cominciano adesso a svolazzare per conto loro fuori dal nido. Il primo fantasma è questa crisi economica, che è come un rumore di fondo che si alza e si abbassa e offre l'impressione, alternandosi schiarite e peggioramenti, che le speculazioni all'origine dei guai non siano state rimosse alla radice. Il secondo fantasma è la corruzione in politica che, pur sempre esistita per non fare la figura di "Alice nel Paese delle Meraviglie", sembra non indignare più, come se in fondo fosse un prezzo da pagare o addirittura una furberia da applaudire. Ho spesso scritto che quel che turba nel vivere la quotidianità è la scarsissima capacità previsionale. Quando leggi la storia, ti accorgi di quanto poco i contemporanei capissero di quanto poi sarebbe capitato nel prosieguo della loro vita. Così ho spesso l'impressione che siamo ad un bivio, ma chissà verso dove.