Gli alpini valdostani si preparano per l'adunata nazionale di Bergamo. Ogni sezione si è organizzata in proprio, ma poi la sfilata del 9 maggio (in diretta su "RaiTre" domenica mattina) vedrà gli alpini rossoneri sfilare tutti assieme ed è sempre un bello spettacolo e immagino che il prossimo anno a Torino faranno scintille. Quest'anno c'è un tema che andrebbe ricordato per il suo aspetto simbolico. Sessant'anni fa alpini e chasseurs alpins furono purtroppo avversari sulle nostre montagne a causa della "pugnalata alla schiena" di Benito Mussolini alla Francia che iniziò il 10 giugno del 1940 (quel giorno potrete vedere su "RaiVdA" un bel programma in proposito). Ora, grazie all'integrazione europea che ha allontanato la guerra dal nostro Continente, nascerà la brigata italo-francese: cinquemila uomini delle due truppe alpine con sede a Torino e a Vars, avendo come modello una già esistente brigata franco-tedesca. Dimostrazione di come queste truppe specializzate abbiano un ruolo crescente nelle azioni internazionali, essendo la guerra in gran parte combattuta nel mondo in zone montane. Sarebbe interessante sapere se la nostra Università della montagna, la prestigiosa "Scuola Militare Alpina" (così continuerò a chiamarla), sapendo che le caserme verranno rinnovate nell'ambito dell'accordo con la Regione sulla "Testafochi" e lo sarà anche l'eliporto di Pollein, avrà, come dovrebbe avere, un qualche ruolo formativo. Sarebbe doveroso ed anche intelligente per i terreni addestrativi e il personale qualificato che la Valle offre.