Altro che modello scandinavo!

Olle SchmidtL'altro giorno, a dimostrazione che il confronto esterno è utile per capire, ho ascoltato sulla situazione del bilancio europeo un collega parlamentare europeo, con cui ho lavorato a suo tempo. Olle Schmidt, liberale svedese, è un tipo franco e senza troppi arzigogoli, nello stile del suo Paese, e ha fatto una fotografia della situazione della Grecia a rischio bancarotta.
Raccontava di una sua partecipazione, anni fa, proprio in Grecia, ad una conferenza sullo Stato sociale e di come molti oratori gli si rivolgessero per dire quanto i greci invidiassero il "Welfare" scandinavo come esempio di una vicinanza dello Stato al cittadino in ogni momento della sua vita.
Schmidt ha raccontato come, quando venne il suo turno, gelò la sala: «vi ringrazio per l'apprezzamento verso i modelli sociali come quello svedese, ma che sia chiaro come questo funzioni a condizione che le persone paghino le tasse, cosa che in Grecia - dai dati in mio possesso - non avviene!».
La sala dove eravamo, per contro, è stata avvolta da una grande risata grazie a questo aneddoto. Credo che il "caso italiano", anche se la vulgata su di un eccesso di fiscalità è sacrosanta e ciascuno di noi lo vede dai propri prelievi e dalle diverse tasse, non sia del tutto dissimile, quando si scoprono contribuenti che sbandierano livelli di vita elevatissimi per poi risultare dei poveracci nella dichiarazione dei redditi.

Commenti

Basterebbe...

cambiare un po' il tipo di controllo, facendolo non sulla dichiarazione dei redditi ma sul tenore di vita esibito.
E poi un altro deterrente a tante furberie sarebbe abbassare le tasse che effettivamente dissanguano chi le paga e dare la possibilità a chiunque di "scaricare" qualcosina da qualsiasi acquisto fatto.
In Germania un cameriere può scaricare una volta all'anno le spese sostenute per l'acquisto dell'abito da sala. Non è possibile che da noi un impresario mette in lista qualsiasi cosa ed un dipendente non può neanche scaricare la benzina che utilizza per andare al lavoro con l'auto o altre cose analoghe utilizzate per lavorare.
Ho fatto l'esempio dell impresario perché il primo venuto in mente.
Tasse più basse e possibilità di scaricare su tutto e non ci sarebbe più motivo a trassare, chiunque emetterebbe scontrini e ricevute, tanto non ci sarebbe più motivo a non farlo.
E poi controlli più seri, basterebbe mettersi al primo distributore in ingresso ad una valle qualsiasi per vedere quanti possessori di macchinoni vanno a pagare la benzina con in mano la "scheda carburante" della ditta... e dai, mica siamo tutti scemi!

Siamo lontani...

dal mondo scandinavo. Noi, alla pari dei greci, degli spagnoli e dei portoghesi (giusto per stare in Europa e non sconfinare in Africa) siamo un popolo di fanfaroni e furbacchioni, non esiste con noi un modello che possa funzionare, avendo la cultura della famiglia e degli amici e non quella dello Stato. Anche dal punto di vista delle infrastrutture e dei trasporti siamo molto lontani dalla Scandinavia.

A proposito di trasporti... da quando sono stati eliminati gli iniqui e ingiusti buoni benzina, sto viaggiando con pullman. Due ore al giorno tra andata e ritorno, giusto perché è bello stare un po' in giro. Parentesi, mi dicono che il servizio non è cambiato di una virgola da prima della fine dei buoni benzina, evidentemente era già ritenuto all'altezza delle esigenze della clientela.
A parte il cronico ritardo, imputato al gran traffico che c'è a Ivrea (non mi pare che così tanta gente arrivi da Ivrea, non si potrebbe partire da Pont-Saint-Martin?), più di una volta ho assistito alle telefonate degli autisti, ovviamente senza auricolare. Li ho anche fotografati col mio portentoso telefonino, voglio farne una collezione. Ne volete qualcuna? Ce l'ho, mi manca... Non esistendo biglietterie automatiche nelle fermate dove salgo e scendo (veramente mi dicono che non esistano da nessuna parte, siamo solo nel XXI secolo, per diamine!!!), due giorni fa ho chiesto direttamente a bordo il rilascio un abbonamento mensile. Il pullman aveva "solo" venticinque minuti di ritardo, l'autista ha smanettato sul suo baracchino per tre o quattro minuti, per poi dirmi «non me lo prende» e proponendomi il biglietto a corsa singola. Dato che la cosa non mi faceva per nulla piacere e la gente sbuffava con il colpevole («ma come si fa a chiedere un abbonamento sul pullman, con questo ritardo!») anche perché il ritardo era salito a quasi trenta minuti, sono sceso e mi sono preso la macchina, che lascio tutta la settimana in ditta proprio perché non mi fido troppo dei mezzi pubblici.
Il giorno dopo, allo stesso autista, con lo stesso ritardo, è stato chiesto da una signora un biglietto di andata e ritorno. Mi dicono che facendo così si risparmia qualcosina. Stessa scena: «non me lo prende», altri quattro minuti di ritardo e biglietto a corsa semplice per la contrariata signora.

Smettiamo di parlare degli scandinavi. Siamo un popolo di fanfaroni. Facciamocene una ragione e guardiamo con simpatia ai Paesi nordafricani, così ci sentiamo meno soli al mondo e ci consoliamo a vicenda.
Salèm.

Possiamo sempre dire...

di essere la punta di diamante dei Paesi in via di sviluppo...

O di essere...

"la cua d'l crin" dei Paesi evoluti.
Ma la chicca delle foto col telefono ce l'ho io con autista di ambulanza con telefono e sigaretta in bocca... minimo ha il valore del buon "Pizzaballa" introvabile di quando ero bambino.

Carina...

quella dell'autista di ambulanza!
Me la mandi? Altre due chicche. Quella sera sono poi andato con l'auto a comprare l'abbonamento a Saint Vincent, dove mi dicono ci sia una biglietteria. In effetti c'era un ufficio con su scritto "Biglietteria" e un cartello che diceva che il lunedì era aperto fino alle 19.00. Erano le 18.30 e la porta della biglietteria era chiusa a chiave, senza nemmeno un cartellino con il solito "Torno subito". Ho visto un distributore di biglietti, ma si riferivano al parcheggio coperto. In scandinavia situazioni come queste sono piuttosto improbabili.
Stamattina un camion di un tale corriere "Aosta service" era fermo praticamente dentro la fermata del pullman di Nus, occupandone tutta la piazzola, e l'autista era dentro e stava dormendo.
L'ho fotografato (il camion, non l'autista), la volete?

Registrazione Tribunale di Aosta n.2/2018 | Direttore responsabile Mara Ghidinelli | © 2008-2021 Luciano Caveri