La guerra fra Fini e Berlusconi

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini quando andavano d'accordoGianfranco Fini "rompe" con Silvio Berlusconi e si prefigura una scissione dal Popolo della Libertà con anzitutto la creazione di gruppi autonomi in Parlamento.
Il fatto - che potrebbe avere in futuro ripercussioni anche in Valle, dove il PdL riflette equilibri nazionali - non può essere liquidato con leggerezza nella categoria "pettegolezzi", perché si tratta di un passaggio politico di rilievo e non trasferibile solo sul piano di quanti voti conterebbe questa nuova forza politica, perché in democrazia i voti vanno e vengono e spesso la difesa delle proprie convinzioni è un investimento per il domani.
Fini ha fatto una scelta di questo genere per riacquistare la sua autonomia rispetto ad un PdL nato, come si dice in francese, in una logica "plurielle" e diventato, infine, un partito personalista del premier che, nella sua solitudine e umoralità, fa e decide nell'asse piuttosto esclusivo con la Lega ed Umberto Bossi, un altro leader che decide da solo.
Questa "personalizzazione" della politica, che naturalmente è una chiave di lettura evidente in queste vicende, appare in questa fase storica una fragilizzazione della democrazia rappresentativa, perché legata ad un dilagare della politica come clientelismo, affarismo, segretezza e opacità nel solco della demagogia e del populismo che da sempre hanno accompagnato i sogni autoritari. Quando i leader oltrepassano una certa linea, bruciando tutto con il napalm dietro di loro, nella paura di condividere il potere, la deriva è evidente. Così facendo il partito diventa "loro" e rischia di seguire esclusivamente le fortune e le sfortune del "capo"

Commenti

A bon...

entendeur, salut!
Credi che arriverà anche dalle parti di Avenue des Maquisards il momento del Rubicone o pensi che i silenzi eloquenti e le assenze al Conseil fédéral. possano ricucire gli strappi?

Credo...

che le prossime ore saranno interessanti.

Poi anche...

Poi anche chez-nous vedo che tra Dario Frassy ed Alberto Zucchi ci sono un po' di disaccordi. Ed anche Orlando Navarra non mi sembra dei più entusiasti.
Domani mattina Avenue des Maquisards sarà blindata per la firma dell'intesa...

Gli strappi...

se avverranno, ci saranno solo al dopo elezioni. Fini insegna.
Spero solo che i Valdostani si rendano conto della situazione ed agiscano alle urne, dando così chiara indicazione di che cosa vogliano dopo la tornata elettorale di maggio.
E' chiaro che la prova delle comunali, se passata porterà presto la Destra alla maggioranza di Palazzo Regionale. Il piccolo viaggio a via dell'Umiltà ha sancito l'accordo. Ora che le poltrone sono sistemate, che sono stati messi al riparo tesoretto, riparto fiscale e simili magari qualcuno si ricorderà di scrivere i programmi per il Comune di Aosta, almeno per salvare la faccia...

Vedi,

la verità è la totale assenza di certezze nella politica italiana, per questo da sempre la prima regola è quella di essere coesi per affrontare il bene come il male.
Se questo non avviene - e l'unanimismo è pieno di buchi - allora il rischio è che butti via la tua identità giocando a poker con chi, forse, bara.

Hai proprio ragione...

sai che ridere se tra due settimane dopo tutto questo trigare il PdL si spacca davvero a metà e con esso il "Grande Interlocutore di Destra"? Questo stare a guardare, il "ni droite ni gauche", il "poi si vedrà" mi sono sempre rimasti bocconi impossibili da masticare, figuriamoci da digerire.
E' ora che qualcuno ci metta davvero la faccia...

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