Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
11 mar 2010

Una malattia che inquieta

di Luciano Caveri

Ci sono temi più difficili di altri da trattare: penso ai dati da brivido sul numero di tumori e di conseguenza di ammalati con questa patologia in Valle d'Aosta.  L'altro giorno, una persona mi apostrofava su questo tema quasi a lasciar intendere che dietro questi preoccupanti dati statistici si nascondesse, celata alla popolazione dalle "autorità", chissà quale segreto. Purtroppo non ce ne sono. Ricordo, qualche anno da, di essere rimasto senza fiato quando - ad una conferenza avvincente ad Aosta - il Professor Umberto Veronesi spiegò come in futuro una persona su due avrà a che fare con questa malattia. Basta guardare nel cerchio delle proprie conoscenze per verificare quanto questo scenario sia una minaccia reale, anche se oggi sono in molti a guarire e sono lieto che si sia costruita quella Cobaltoterapia ad Aosta che diminuirà le dolorose trasferte fuori Valle. Talvolta, nell'accogliere la notizia di una persona conosciuta colpita dal cancro, non si può che essere colti da una certa angoscia, come un accerchiamento che inquieta. E, malgrado i progressi della scienza con studi e cure, restano evidenti misteri da svelare sui perché del cancro e cresce l'attesa di soluzioni per capirne le ragioni (credo che si definisca eziologia) e per avere medicine migliori, specie laddove - come purtroppo da noi - vi è una forte incidenza.