Il sindaco e il vicesindaco eletti dal popolo sono una peculiarità della legge valdostana, cui ho contribuito, segnalando - quando venne fatta la legge regionale conseguente alla competenza primaria sugli enti locali che ottenni nel 1993 - come la coppia (usando un anglicismo, il "ticket") avrebbe evitato elezioni anticipate in caso di dimissioni o scomparsa del sindaco, permettendo anche di meglio "blindare" le alleanze politiche. L'altro giorno, una funzionaria della Presidenza del Consiglio mi ha raccontato di come avessero pensato di impugnare questa soluzione alla Corte costituzionale per incostituzionalità. Tuttavia, con il passare del tempo, mi sono convinto che questa elezione diretta ha effetti disastrosi sui Comuni più piccoli, quelli che in gergo vengono chiamati cinicamente i Comuni "polvere" con poche centinaia di abitanti. Comuni che per noi, pur essendocene alcuni a rischio di estinzione demografica, spesso presidiano una zona o una vallata. L'elezione diretta, in questi casi, accentua le divisioni, deprime lo sforzo collettivo di piccoli Consigli comunali svuotati di ruolo, accresce talvolta l'ego di Sindaci che possono prescindere dalla ricerca del consenso degli altri eletti. Ormai il tema è tabù per non urtare la sensibilità dei Sindaci, il cui ruolo di procacciatori di consenso per le elezioni regionali non è un mistero, ma la crisi di partecipazione e la nascita di vere e proprie faide nei Comuni minuscoli non è un'invenzione.