Ho sempre detto e scritto, in tutti i ruoli che ho avuto, ma trovo significativi perché rendicontati alla virgola i discorsi in Consiglio Valle, di come la crisi del "Casino de la Vallée" non fosse facile da arginare. Anzi, quando ho avuto responsabilità dirette - e ciò cozza con certi successivi silenzi di tomba - i clamori erano altissimi e gli scioperi vivaci, ma non mi sono mai tirato indietro nel rilevare ogni criticità senza promesse vane. Poi mi è stato spiegato che, finalmente, c'era stato un "punto e a capo". Ora i conti peggiorano e anzi leggo - dalla pagina de "La Stampa" di Imperia - che si starebbe andando, d’intesa fra le quattro case da gioco italiane, verso un "contratto nazionale" dei croupiers, circostanza nefasta per Saint-Vincent. Leggo ancora che il Ministro del Turismo Michela Brambilla, che in Valle ha avuto festose accoglienze, ribadisce la volontà di aprire in fretta nuove Case da gioco legate agli hotel di lusso, facendo un parallelismo - che mostra l'ignoranza totale sul tema - con la situazione francese. Due brutte premesse per il nuovo anno.