Mi auguro che la storia della lettera al Papa di Piero Marrazzo, già presidente del Lazio, sia una "bufala". Sarebbe una lettera di richiesta di perdono per i fatti incresciosi in cui è stato coinvolto. Avevo espresso sul sito la mia simpatia umana per Marrazzo, ma ora - se la lettera fosse vera, come temo - sarei allibito. Ognuno scrive a chi vuole, per carità, ma la vera lettera di scuse doveva in primis essere indirizzata ai cittadini del Lazio. Sniffare cocaina e fare i festini con i trans è ingiustificabile per un uomo delle istituzioni e vadano a farsi benedire i richiami allla privacy, quando certi atteggiamenti o frequentazioni sono e restano deprecabili per chi, in pubblico, fa poi il "santerellino". Ciò vale per questo e altri casi: il comportamento pubblico e privato devono avere sintonia e il richiamo alla morale in politica non dovrebbe essere un calpestabile divertissement.