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24 nov 2009

Il fantasma dei Tir

di Luciano Caveri

Già prima della crisi, si erano verificati due fenomeni: nessuna crescita reale, anzi diminuzione, del numero dei Tir in transito al traforo del Monte Bianco, come invece era stato previsto da studi autorevoli a livello europeo, specie per la scelta prevalente forse inaspettata dell'itinerario attraverso Ventimiglia e la costa; un cambio rapidissimo delle flotte dei camion a vantaggio dei motori "euro" sempre meno inquinanti. La situazione, in questo senso, si è assestata dopo la crisi e dunque non c'è stato nessun assalto al Bianco e soprattutto migliora la qualità dell'aria a seguito di Tir più moderni. «Crepi l'astrologo» e tutti coloro che, negli anni scorsi, hanno dipinto scenari da catastrofe. Per altro, con una lentezza inquietante, vanno avanti i trafori ferroviari, unica vera alternativa per spostare le merci dalla gomma alla rotaia: nel San Gottardo proseguono i lavori a completamento del sistema svizzero, al Brennero si scava ma mancano i soldi, mentre per il collegamento "Torino-Lione" mi pare che tutto taccia.