Quest'anno la Finanziaria dello Stato inizia, nella logica dell'alternanza fra le due Camere, dal Senato della Repubblica ed è numerata con il 1790, ma soprattutto - grande novità derivante dalla riforma della manovra finanziaria - è composta da soli tre articoli. Chi, come me, per più di una dozzina di volte, si è trovato a lavorare con Finanziarie più o meno "monstre", con centinaia di articoli e migliaia e migliaia di emendamenti, è impressionato da questa secchezza, come il segno di un'epoca che cambia. Penso con curiosità come i parlamentari inventeranno nuove modalità per dare l'assalto alla diligenza... Ho passato notti intere in Commissione Bilancio a Montecitorio o a difendere nostre situazioni finanziarie o a cercare di infilare la modifica giusta, utile per la Valle e scorrendo le Finanziarie del passato posso riconoscere alcune "zampate" di cui sono fiero. Il silenzio, nelle leggi, non è mai d'oro e il fatto che non si parli quest'anno del "patto di stabilità" significa che per le Regioni a Statuto speciale, come la nostra, tutto resta uguale con una sorta di ingabbiamento delle spese e "congelamento" delle risorse (400 milioni di euro fermi lì, cui si somma una cifra cospicua di crediti regionali per dei ricalcoli sul passato). Oltretutto, come una spada di Damocle, pende l'applicazione del "federalismo fiscale", che è un'insidia niente male per il nostro riparto fiscale.