Massimo Boccarella si è fatto da solo. Mettendo assieme intelligenza e voglia di fare, è diventato il volto più noto del Telegiornale della Valle d'Aosta in comunione con Pierluigi Bertello, che ha già lasciato la Rai da qualche tempo. Ora Massimo va in pensione, avendo cominciato a lavorare da giovanissimo. Rendo omaggio all'amico (che mi ha sempre detto quel che pensava) e al grande professionista. Ricordo quando lo conobbi: era il 1979 e piombai nella redazione di Rta (Radio Tele Aosta) in cima al "palazzo Fiat" di via Chambéry, dove conduceva il telegiornale, pur restando una sorta di antenna nella società civile - all'epoca lavorava nelle pubbliche relazioni della "Cogne" - e ciò ci consentiva di avere notizie così succulente da dispiacere ai politici dell'epoca e noi eravamo dei ragazzacci. Tanto che io stesso fui licenziato, nel dicembre di quell'anno, perché avevo pestato qualche piede... Ma poi la Rai, per strade diverse, ci ripescò. Ora Max lascia il video del servizio pubblico e i telespettatori valdostani saranno orfani del suo garbo e del suo sorriso. Sono certo che è ancora troppo giovane per non lasciare ulteriori tracce nel giornalismo della Valle.