Il revisionista

il_revisionista_copertina.pngCome sempre, le mie letture estive sono le più varie possibili con una leggera preferenza per i saggi.
La novità, con iPhone, è la freschezza di alcuni audiolibri, sapendo che sarà una modalità del futuro nel solco antico degli sceneggiati radiofonici della Rai.
Fra i libri tradizionali segnalo, edito da "Rizzoli", il libro forte e caustico, sin dal titolo, "Il revisionista" di Giampaolo Pansa.
Utile non solo per capire la storia contemporanea - in un dibattito complesso - ma necessario anche pensando ad un autunno denso di inquietudini e di fantasmi.

Commenti

Sono un po' teso

Amo leggere, soprattutto le cose difficili.
I saggi di storia sono la mia passione. In special modo quella recente italiana. Pansa mi ha fatto soffrire (poveretto, non ne può nulla) con il "Sangue dei vinti". In genere, aggredisco un libro e non lo mollo finché non cade, con l'ultima di copertina... con queste pagine ho fatto fatica... ho sentito sulla pelle il dolore fisico e morale...
Ho assaporato il calice della sconfitta di un popolo, il mio popolo. Tempo fa, chiacchieravo con un amico archeologo. Si occupa di civiltà.
Parola impegnativa, soprattutto quando mi raccontava dei metodi di restituire i combattenti sconfitti. Tutti legati, uno ogni dieci vedente, tutti gli altri accecati...
Pansa mi ha proiettato nella stessa epoca furibonda, divisa solo dall'orizzonte spazio-tempo. Ho letto le pagine a poco a poco, con la promessa di arrivare al fondo e con la morte nel cuore.
Non vivo di retorica, vivo di fatti e di lavoro, sono terribilmente pratico e, alla luce di questa cruda esperienza, incrinabile.
Sono cresciuto, da bambino, con l'idea sociale, comoda, che l'invasore germanico fosse cattivo e disprezzarlo fosse taumaturgico, ho capito che era solo più convinto e organizzato.

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