Una stella cadente

emile_chanoux.jpgSessantacinque anni fa moriva Émile Chanoux. La sua fu l'uccisione dell'esponente valdostano di maggior spicco dell'antifascismo locale per la sua visione prospettica, il carisma naturale e la capacità organizzativa. Il suo martirio ha assunto un valore ideale e una forza che hanno attraversato il tempo, come solo i simboli sanno fare.
Ritrovo in alcune carte di mio zio Émile Caveri, internato poi in Germania e ingegnere alla "Cogne" nel dopoguerra, alcune missive inviategli da Chanoux nel periodo del militare, che testimoniano dell'uomo - in questo caso dell'amico - nella sua quotidianità. Una dimensione privata che con la dimensione pubblica e quella politica ci restituiscono l'immagine di una persona che diventa un esempio malgré lui, nel senso che avrebbe certamente desiderato vivere e restare il faro della libertà reclamata dai valdostani. Infatti la sua dimensione eroica è scevra della retorica - che nulla avrebbe avuto a che fare con il federalismo personalista - di una "bella morte" e ha la sua incisività nell'evidenza scolpita nella nostra storia di una parabola drammatica, con la lucentezza di una stella cadente nel buio di un regime dittatoriale, di chi sa morire, con la tenacia di una dirittura morale, per difendere le proprie convinzioni.

Commenti

Commemorazioni?

Per la ricorrenza cosa è stato previsto?

Ricordo...

Mi ricordo di Chanoux più quando passo nel quartiere dell'Archet (dove ha vissuto le sue ultime ore) che non quando sono nella sua piazza.
Le piazze e le vie sono utili a ricordare ma da sole non bastano. E' importante che la collettività ci creda... i cosiddetti "valori" che molte volte sono sentiti come retorica o come strumento di propaganda.
Avrei piacere che la società condivida "autenticamente" l'ammirazione per certi personaggi che hanno dato la loro vita per un ideale di libertà.
Non possiamo oggi vivere senza la riconoscenza per chi ci ha permesso questo "trascorrere tranquillo" della nostra vita... e non c'è solo Chanoux, ma tanto altro che deve essere patrimonio di questa comunità.
Il "come fare", perché ciò avvenga, riconosco che è difficile.

C'è stata...

una commemorazione a Valsavarenche, suo paese natale.
Ma penso che le commemorazioni servono più se praticate nel quotidiano.

Martedì 19 maggio...

ero a Villeneuve, paese dove riposa Chanoux e pensavo a cosa avrebbe pensato (scusate il gioco di parole!) il nostro martire della Resistenza nel vedere certi cambiamenti, certe forme di "revisionismo storico" che ci sembrano così strane e incomprensibili ai nostri occhi, mah...

Cosa avrebbe pensato...

Bella domanda. E' quella che chiunque farebbe ai tanti personaggi che hanno lottato e, magari pagato con la vita, per un ideale. Ma quale il vero problema? Che ci sono situazioni che hanno portato ad invocare soprannaturali interventi dei padri fondatori.
Comunque la risposta non è prevedibile, perché noi viviamo in questo tempo. Certo è che non bisogna dimenticare i principi che hanno lasciato. Si devono cavalcare le difficoltà e pensare all'Ideale utilizzando la propria personalità per portarlo avanti.
La politica non può e non deve navigare in acque tranquille. Se così fosse si vivrebbe in una società ideale o idealizzata, dove, non essendoci problemi, la politica non serve.
Sì perché, le assemblee istituzionali, servono per risolvere e dare stimoli alle situazioni sociali. A null'altro: niente personalismi e assunzioni all'Olimpo dei grandi. Adesso si deve lottare con molta determinazione per rilanciare la nostra personalità valdostana. Che non è più seduta su di un trono, ammantata di ermellino. Ora dovrebbe essere sugli spalti, con tutti i valdostani, a difendere la sua natura.

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