Gli orticoltori hanno da sempre la mia viva ammirazione, specie di questi tempi che partono con la nuova stagione. Ricordo Rosina che nell'orto di casa, a Verrès, seguiva con brusca determinazione i suoi disegni cartesiani, usandomi come garzone privo di pollice verde, e la medesima geometria la segue Rosa, coinvolgendo i miei figli nell'orto di Feilley. Confesso che azzannare una carota, un pomodoro o saccheggiare i rovi delle more appartiene ai gusti della vita. Guardo gli orti quando vado in giro: ci sono degli architetti inespressi che realizzano costruzioni incredibili tra vecchi legni, ondulati dismessi, api e roulotte fuori corso riciclati per gli attrezzi e ci sono autentici Picasso dell'ortofrutta che mischiano la tavolozza della natura con maestria. Ora Michelle Obama lancia il suo orto biologico alla Casa Bianca e piace questa sua austerità da Grande Crisi. Biologico? Mi divertiva quando la "pasdaran anti Ogm" in Consiglio regionale chiedeva di bandire ogni seme sospetto di manipolazione genetica, mentre in certi orti locali erano evidenti semi già taroccati con zucche grandi come la carrozza di Cenerentola o pomodori pronti a spiccare il volo simili alle mongolfiere di Nello Charbonnier.