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19 gen 2009

Nevi

di Luciano Caveri

Esiste una dimensione lirica e onirica della neve? Non prendetemi per matto, ma l'innevamento di quest'anno è per me - con più tempo - una riscoperta che non è banalmente il solo gusto dello sport. Penso alla neve farinosa sotto i miei sci da fondo questa mattina in una specialità che non è molto mia, ma il pretesto era il cielo azzurro e il sole. Penso alla neve illuminata dalla luna sotto i miei sci da discesa questa sera, come avveniva da ragazzo in una dimensione quasi magica con le nostre vette all'orizzonte come disegnate. Ma i ricordi sono sensazioni e rumori. La neve fresca che soffia attorno a te, il rumore delle lamine che mordono la neve dura primaverile, la neve marcia insidiosa quando il sole ricorda al ghiacciaio che è estate. Vale per la neve la grande lezione che ho imparato occupandomi di montagna. Bisogna parlare sempre di "montagne" per dare il senso di un ventaglio ricco e mutevole e così, per le stesse ragioni, si deve parlare al plurale di "nevi".