Publicité, adieu!

france3_amelie.jpgGiornata storica per la televisione pubblica francese. In attesa che con il voto del Senato si approvi la legge che prevederà da qui al 2011 la scomparsa totale della pubblicità sulle televisioni dello Stato, da questa sera - su decisione di France Télévision in ossequio alla scelta del Presidente Sarkozy - spariscono gli spazi pubblicitari dalle ore 20 alle 6 di ogni giorno.
Di fatto le grandi emittenti pubbliche France 2 e France 3, come gli altri canali pubblici, escono dal mercato e dalle regole di audience ad esso collegato. In contemporanea lo Stato assicura le risorse finanziarie perdute e consente ai privati di aumentare gli spazi orari per gli spot pubblicitari e infine la televisione pubblica riporta la propria prima serata poco dopo le 20.30.
Il Presidente della Repubblica spiega che la televisione pubblica torna così ai suoi doveri di qualità senza l'ossessione degli ascolti, mentre i suoi avversari e i dipendenti del servizio pubblico lo accusano di pagare ai magnati delle televisioni private il prezzo dell'appoggio alla scalata dell'Eliseo.
Credo che questa accusa sia giusta, ma penso che valga la pena di vedere cosa avverrà.

Commenti

E il canone?

Io credo che nel momento in cui il telespettatore è obbligato a pagare per poter vedere determinati programmi - e per pagamento intendo sia il canone sia l'abbonamento per le "pay tv" - la pubblicità non dovrebbe esistere. Non trovo giusto che la televisione di Stato - almeno questo è ciò che avviene in Italia - guadagni dalla pubblicità nel momento in cui viene sovvenzionata dalle tasse dei cittadini e allo stesso modo, da acquirente di un servizio, non sopporterei di pagare un abbonamento televisivo per vedere programmi interrotti dagli spot pubblicitari.

La pubblicità.

All'alba, su radiorai, va in onda un programma storico della Falcetti "Istruzioni per l'uso". Una mattina, a orecchio, mi sembra che gli spot fossero più lunghi. In effetti era così, la stessa conduttrice si fregiava/lamentava dell'aumento degli spot a causa/merito del successo della trasmissione.
E' una regola commerciale precisa. Vendo meglio e di più gli spazi frequentati dal pubblico. Per quanto riguarda il canone ribadisco quando già affermato: si paga una tassa perchè si possiede un apparecchio idoneo alle trasmissioni radiotelevisive. In pratica? Saldi un balzello all'erario esattamente come lo fai per l'automobile.
L'iniziativa francese potrebbe essere d'esempio, anche applicandola in modo meno drastico. Gli spot servono. Ci vuole poco a capire che più soldi in cassa = miglior servizio (e lo scrivo senza polemiche), basterebbe pensare alle esigenze sociali di una Tv pubblica. Se fosse così si manderebbe in onda un concerto d'archi alle 20.30. Adesso si fà solo se... non se può fare a meno...
E' difficile digerire una Tv pubblica mascherata da commerciale o viceversa (preferisco "viceversa", adesso sono volutamente polemico). Magari con questo esempio si ripensano i palinsesti considerando tutte le esigenze e, utopia, eliminando virtuali buchi delle serrature da cui guardare.
Sono curioso di conoscere i francesi sviluppi: saranno pubbici tra uno spot e l'altro?

Si ma se la pubblicità costa di più...

Ok, mettiamo che nelle tv pubbliche non ci sia la pubblicità, e che la pubblicità diventa monopolio del privato che aumenta i canoni pubblicitari (è monopolista, può farlo...) alla fine questi costi ricadono su chi acquista i prodotti pubblicizzati.
Un ruolo di servizio della tv allora è anche quella di calmierare le tariffe della pubblicità, non solo quella di offrire il servizio.

W la France!

Indipendentemente dalle accuse, trovo che la decisione dell'Eliseo sia per principio corretta -non entro nella polemica politica del dover pagare dazio da parte del président Nicolas- il servizio pubblico non deve avere affini commerciali, è servizio pubblico, si regge sul canone più eventuali contributi governativi..stop! non riesco a capire il motivo per cui si debba avere una concorrenza sleale tra il pubblico (canone più pubblicita) e la tv commerciale (sola pubblicità)..su Emanuela Falcetti, caro Roberto stendo un velo pietoso, la trasmissone di per sè sarebbe interessante, ma questo continuo urlare (alle 6,30 del mattino!) la maleducazione di interrompere sempre gli ospiti, l'arrogarsi il diritto di avere sempre ragione, rendono il programma misero e poco costruttivo..altro che "Istruzioni per l'uso"!

Io vorrei

un sistema tv in Italia davvero pluralista. Mentre abbiamo un satellite con un solo soggetto e un duopolio sull'etere, digitale compreso. La concorrenza è altra cosa!
Da dipendente Rai credo in un competitor pubblico che concorra sul mercato con obblighi - come l'informazione regionale - che siano coperti dal canone-tassa di possesso a beneficio anche delle emittenti locali private ormai moribonde.

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