Leggo la sintesi di uno studio di fonte UE che prevede cosa cambierà nell'uso delle lingue in Europa nei prossimi vent'anni. Queste le cinque linee direttrici: il grande ritorno del tedesco parlato da cento milioni di persone, una rivitalizzazione del francese grazie alla crescita demografica di chi utilizza questa lingua, solidamente al secondo posto in Europa, la fine dell'anglo - americano come lingua egemonica per l'eclissi del ruolo degli Stati Uniti, un ritorno del russo - lingua "odiata" perché imposta nei Paesi dell'Est - ma indispensabile nei rapporti tra Unione europea e Russia e lo spagnolo, lingua dal respiro mondiale. A questo si aggiungerebbe un ritorno delle lingue regionali, una volta definiti dialetti, per il desiderio delle persone di ritrovare le proprie radici profonde.