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04 giu 2022

Il senso di responsabilità

di Luciano Caveri

Mi diverte sempre molto la vulgata dei politici pigri e fancazzisti o, usando un francesismo di origine italiana, dediti al "farniente". Ogni tanto trovo vecchie agende cartacee di tanti anni fa che testimoniano - come avviene oggi con le ancora più performanti agende elettroniche - come per chi faccia seriamente il suo lavoro - e lo fanno tutti quelli che lo svolgono con dedizione e passione - non si perde neanche un minuto. Con l'aggravante per chi fa politica in ruoli apicali di passare di riunione in riunione e spesso da palo in frasca con necessità di documentarsi a fondo. Il motore di tutto questo si chiama senso di responsabilità. L'ho sentito evocare più volte l'altro giorno in occasione di uno degli incontri di un bel progetto "Interreg Alcotra" che coinvolge le Regioni italiane e francesi a noi vicine. Si chiama, come acronimo che lo definisce, "P.R.I.M.O.", che starebbe per "Perseveranza, Riuscita, Inclusione, Motivazioni".

Il sottotitolo è efficace nella sua sintesi: "Alleanze educative transfrontaliere per la prevenzione della dispersione scolastiche". Quanto sviluppato in questi lo trovate facilmente su di un sito apposito, che evidenzia l'efficacia nello svolgere un tema con un grande coinvolgimento di bambini e ragazzi. E' stato interessante per me, in due occasioni pubbliche, spiegare la forza della politica regionale europea che, con una marea di progetti, ha portato in Valle idee e confronti ed oltre 400 milioni di euro solo nel periodo di programmazione 2014-2020. E la cooperazione territoriale che ci avvicina alle comunità a noi più vicine è una gemma da spiegare bene ai più giovani, quando si vuole esprimere in soldoni il valore della cittadinanza europea e dell'integrazione europea, paradossalmente in primo piano e in efficace ripresa per due drammi: la pandemia e la guerra in Ucraina. Dal male può nascere il bene! Ma questi incontri mi hanno fatto tornare, come fosse un tormento, a questa storia del senso di responsabilità, come valore imprescindibile da trasmettere alle nuove generazioni non solo attraverso il ruolo motore della Scuola, ma anche con la trasmissione familiare e l'esempio concreto di chi rivesta nei diversi settori della società ruoli di responsabilità. Penso al caustico Eugenio Montale: «In altri tempi i comandanti di navi da guerra andavano a picco con la loro nave dopo aver salvato l'equipaggio. Essi erano i depositari di una responsabilità e per questo erano rispettati. Ma si potrebbe anche immaginare una civiltà che affonda dopo che i suoi capi hanno già fatto le valige». In realtà la parola "responsabilità" è un francesismo da "responsable, che risponde di, che è garante di", derivato dal participio passato del latino "respondēre" nel significato di "rispondere impegnandosi solennemente". Mi viene in mente, a questo proposito, quanto risulta all'articolo 6 del Consiglio regionale della Valle d'Aosta: "Serment des Conseillers, après la validation des élections, le président provisoire de l'assemblée, debout, prête serment en prononçant les paroles suivantes: «Je jure d'être fidèle à la Constitution de la République et au Statut spécial pour la Vallée d'Aoste et d'exercer mon mandat dans le seul but du bien inséparable de l'Etat et de la Région Autonome de la Vallée d'Aoste»". Su questo io stesso ho giurato («Je le jure») e viene a fagiolo proprio il senso di responsabilità che obbliga a decidere chi rivesta questo incarico. Mai come di questi tempi contro il logoramento di credibilità, con fratture che al posto di compattare dividono, sarebbe bene di sfoderare il senso di responsabilità che dovremmo insegnare ai giovani.