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31 gen 2022

Caro Sant'Orso le scrivo

di Luciano Caveri

Caro Sant'Orso, è stata una scelta obbligata e ben accolta dagli artigiani quella di spostare la "Fiera" al 2 e 3 aprile. D’altra parte le date canoniche del 30 e del 31 gennaio erano ancora a rischio contagi, così come la vera data che la piazza sul calendario, il 1° febbraio. Ho deciso però di scriverle non solo per avvertila. Ma per condividere come la responsabilità sia in capo al virus, che ovviamente va ascritto al Male e dunque, gira gira, al Demonio che ci ha messo lo zampino. Vorrei a questo proposito ricordare le sue prodezze, quelle che l'hanno portato a diventare Santo e avere una straordinaria devozione popolare grazie alla quale ha dribblato pezzi d Novanta come San Bernardo e Sant'Anselmo.

Ecco cosa scrive l'annuario dei Santi: Sant'Orso è considerato protettore contro la siccità, le malattie del bestiame, le intemperie, le alluvioni, i soprusi dei potenti, i parti difficili, i reumatismi e il mal di schiena, per queste due malattie, i fedeli che ne erano afflitti o volevano essere preservati, si recavano nella cripta della Collegiata e camminando carponi attraversavano il "musset", un breve cunicolo aperto nel basamento dell'altare, dove una volta vi erano deposte le reliquie di Sant'Orso e passavano da un lato all'altro". Questo per porre due questioni sulle quali chiedo la sua intercessione, interpretando un idem sentire e lo faccio con tutto il rispetto dovuto e nella logica della frase che recita «scherza coi fanti... e lascia sta i santi». Il riferimento inequivocabile lascia intendere che la materia sacra è di per sé intoccabile e in proposito non è lecito scherzare. Ma io, vista la sua bonomia e l'appeal popolare che l'ha fatta crescere in una credibilità millenaria, mi permetto di insistere. Vengo al primo punto. La sua capacità taumaturgica è indubitabile e chiedo con il cuore che ci aiuti a liberarci di questa storiaccia terribile del "covid-19", partita in sordina («una malattia laggiù in Cina») ed invece attaccatasi alle nostre vita ormai da un tempo che sembra immemorabile. Anche chi è stato cittadino modello di civismo - con le vaccinazioni d'ordinanza - continua a tribolare in vario modo. Una fatica psicologica e persino fisica che ci snerva e ci accascia. Questo mio "SOS" vale dunque come un grido d'allarme affettuoso e referente. Certo usando un altro detto «Aiutati che il ciel ti aiuti!» resta inteso che anzitutto dovremmo noi, popolo valdostano, metterci il giusto impegno e devo dire che il numero di "no-vax" che ci sono in Valle resta inspiegabile è ingiustificabile. Per cui, caro Orso, ci può anche aiutare a rinsavire almeno chi è in grado di farlo? Secondo punto: visto la sua ulteriore capacità di agire sulle forze della Natura, mostrata nelle sue gesta in vita, possiamo chiedere la sua intercessione per avere la neve sinora arrivata con il contagocce? Ho vissuto qualche "Fiera di Sant'Orso" con nevicate fantastiche. Eravamo intirizziti e bagnati, ma assolutamente goduti di questa manna dal cielo, che rendeva le vie del centro di Aosta un paesaggio alpino suggestivo e godibile. Per altro questa nevicata servirebbe anche ad una stagione invernale in cui dal cielo di neve ne è caduta pochino. Vero è che - a differenza dei suoi tempi - ci siamo inventati cannoni pacifisti che sparano neve e non proiettili, ma la montagna brulla è triste e non fa bene alla Natura. Grazie, Sant'Orso, per essere sempre pieno di benevolenza verso tutti noi.