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19 lug 2021

L'erba voglio

di Luciano Caveri

Sia chiaro che i proverbi, benché in genere considerati l'espressione in pillole a pronto uso della saggezza popolare, si dimostrato utili più talvolta che sempre. Conosco chi ne sforna parecchi dalla memoria collettiva in ogni occasione e spesso a farlo non sono proprio i più avveduti e giudiziosi della compagnia. Ha scritto Ugo Ojetti: «I proverbi o ripetono logore verità con l'aria saputa di chi vedendo il sole t'avverte che è giorno, o si contraddicono l'un l'altro tanto bene che alla fine la così detta saggezza dei popoli sembra riassumersi in una massima sola: regolati come ti capita, ché forse avrai ragione». In fondo lasciare molte strade aperte potrebbe pure risultare la quintessenza della saggezza o forse segno tangibile che molti trovano appigli per essere banderuola al vento che cambia. Quel che è certo è che chiunque voglia può trovare a supporto dei propri modi di pensare la stampella giusta nell'enorme messe di proverbi nati dall'inventiva umana.

Io ogni tanto ne adopero ma più per una trasmissione culturale di chi ho frequentato nel tempo e ho scippato loro certe espressioni, riutilizzandole quando necessario a supporto del mio modo di vedere. Quel che è certo è che i proverbi si basano più di altro sulla trasmissione orale e connotano anche diversi modi di porsi delle varianti culturale delle popolazioni che li adoperano. Oggi ne cito uno e ne provo ad assecondare la logica. «L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re». Immagino che sarà capitato anche a voi di subire qualche ramanzina con questo celebre proverbio. Lo si evoca soprattutto a chi chiede una cosa con insistenza, rivolgendosi specialmente ai bambini capricciosi quando domandano tutto quel che gli salta in mente e si fissano sul punto. Purtroppo "l'erba voglio" e la sua possibile concorrente, la "lampada di Aladino" che premia i desideri, non esistono e dunque bisogna accontentarsi della cruda realtà. Ne vedo di fautori dell'erba voglio. Politici arruffoni che promettono la qualunque pur di essere piacioni e soprattutto di rastrellare voti. Cittadini che pretendono la luna o la violazione di norme di legge "Cicero pro domo sua", dimenticando il rispetto necessario per le regole. Organizzazioni varie che accampanano diritti anche quando sanno bene che certe cose non possono essere fatte, ma ci provano. Esemplari oggi sono le petizioni popolari o gli appelli degli intellettuali anche quando è lapalissiano che gli esiti sperati sono impossibili e si profitta della credulità popolare per fare bella figura. Lo fanno anche quelli che hanno poteri legislativi e si inventano norme illogiche o incostituzionali per la semplice ragione di compiacere qualche categoria. L'erba voglio è l'abuso di diritto quando si fanno esposti di vario genere alle diverse giurisdizioni (penali, civili, contabili) semplicemente per nuocere al "nemico" o si adopera la libertà di espressione per usare veleni contro le persone. Lo spiega bene la Germania nelle norme regolatrici: "l'esercizio del diritto è inammissibile se può avere il solo scopo di provocare danno ad altri". Interessante equilibrio e punto di partenza in molti casi per una Giustizia... giusta.