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12 lug 2010

Primum vivere: della voglia di allargare le maggioranze

di Luciano Caveri

"Primum vivere, deinde philosophari" - celebre frase di Aristotele - significa "Prima vivere e poi filosofare". Così è la politica quando ha a che fare con i numeri. Quando si dubita della solidità della maggioranza che regge il proprio Governo, la tentazione è quella di "fare la campagna acquisti", cioè trovare voti che rafforzino la propria compagine a garanzia del proprio ruolo. Attitudine comprensibilissima ma talvolta venata di semplice interesse di mantenere la propria "cadrega" a costo anche di stravolgere il patto con gli elettori e la linea politica del proprio partito.

Così Silvio Berlusconi in queste ore: i finiani fanno le bizze, chiedendo legittimamente di avere un PdL pluralista e aperto a diverse componenti e non solo all'imposizione dall'alto di un capo carismatico (assai pericoloso perché tutto crolla con il crollare del carisma o del capo), e Berlusconi va a ricercare Pier Ferdinando Casini e la sua Udc per avere una stampella in Parlamento in cambio di una manciata di posti. Umberto Bossi e la sua Lega hanno già detto di "no" all'operazione d'imbarcare i centristi, ma si sa che la capacità di persuasione del Cavaliere può essere notevolissima. La partita è interessante e va seguita nel suo evolversi, perché forse l'unica alternativa al vago Governo istituzionale (leggo che Casini adombra persino un esecutivo con dentro il Pd a guida di Berlusconi: fantascienza!) saranno le elezioni anticipate. E alla fine la "conta" può essere una scorciatoia che piace a molti.