Il mio intervento al Congrès dell'Union Valdôtaine

Il sottoscritto durante il Congrès dell'UV a Pont-Saint-MartinEmoziona sempre, ma è anche un gran piacere, prendere la parola al congresso dell'Union Valdôtaine. Siamo di fronte, infatti, alla più grande assemblea democratica che in Valle è possibile riunire con oltre quattrocento persone provenienti da tutti i paesi. Molti, dopo tanti anni, sono amici con cui si sono condivise tante battaglie.
L'emozione poi deriva dal fatto che - chi l'ascolterà lo verificherà - ho cercato di parlare con franchezza e non in "politichese". Non si trattava di parlare contro Tizio o Sempronio ma di esprimere preoccupazioni e disagi che valgono in senso assoluto e non solo sulla base delle questioni contingenti.
Spesso, di questi tempi, in casa unionista c'è chi tace in pubblico quel che sostiene in privato. Un "doppio binario" che deriva dall'idea di "disturbare" o dal timore di prendersi una lavata di capo.
Il confronto delle idee, che a al di là delle persone, deve essere invece la forza di un movimento autonomista, che deve avere una logica "plurielle" proprio per mantenere quel carattere di partito "di raccolta" senza il quale sarebbe destinato a continuare a perdere pezzi.
E' un tema antico che attraversa la storia dell'UV fra unioni e disunioni. Mai come oggi l'unione nel pluralismo delle posizioni e in un uso intelligente dei meccanismi democratici è una necessità di fronte alla crisi, tema portante del congresso unionista.

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