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01 dic 2021

Il vaccino della razionalità

di Luciano Caveri

Certo che sono contento e non lo nascondo. Lo dico, perché si profila per me la settimana prossima la terza dose di vaccino, prenotata attraverso l'efficace piattaforma delle Poste, che non vedo l'ora di fare. Plaudo in più alla "stretta di vite" governativa che crea una differenza fra vaccinati e non vaccinati in alcuni aspetti della vita non per discriminare, ma per prendere atto di un gesto civico a tutela propria e del resto della comunità. Sarebbe stato meglio scegliere sin da subito l'obbligo vaccinale, ma capisco certe preoccupazioni di dar fuoco alle polveri di quella parte oltranzista di "no-vax", che finiscono per inquinare quelli che pacificamente protestano, pur sul nulla. Ho persone che stimo letteralmente travolte psicologicamente da questa sorta di follia che trasforma esseri intelligenti in pervicaci militanti che inseguono teorie bislacche e fanno gruppo spesso al limite della paranoia.

Un dérapage che sconcerta in persone amiche, che in certi loro ragionamenti sembrano posseduti da chissà quale demone ed io stesso, anche in persone dal carattere mansueto, divento un simbolo di «chi non vuole capire» nella migliore delle ipotesi se non «venduto agli interessi che orchestrano la pandemia». Certe chat di militanti anche valdostani aprono uno squarcio inquietante in cui emerge una violenza verbale che fa venire i brividi. Scriveva ieri sul "Corriere" Aldo Cazzullo, rispondendo ad un lettore che gli chiedeva se i protestatari siano di destra o di sinistra e la sua risposta, in fondo dolente, è stata questa nella sua sostanza: «Il vero discrimine è tra responsabilità e irresponsabilità. Più che il fascismo o il comunismo, dietro il movimento che si oppone a quella che è ormai palesemente la principale arma per contenere la pandemia c'è il narcisismo. Io sono il centro dell'universo, io non ho il covid, quindi il covid non esiste, o non è così pericoloso, o è uno strumento per minare il bene più importante: la mia libertà di fare quel che mi pare. Corollario dell'età del narcisismo è la sfiducia nella scienza, nella competenza, e pure nell'informazione. Anche qui non vale più l'antico schema per cui ci sono giornali o siti di destra, di centro, di sinistra e ognuno segue quello in cui si riconosce o di cui si fida di più. Lo schema è che ci sia un disegno oscuro, di cui la scienza e l'informazione sono colonne, la cui vittima è l'ego infiammabile e delicato del narcisista. Che crede di difendere la propria privacy dopo aver comunicato alla Rete età, peso, abitudini, gusti alimentari, inclinazioni sessuali, consumi abituali, mete di viaggio eccetera». Strana storia, che ricorderemo quando il virus sarà imbrigliato, ma quanto avvenuto, oltre a mostraci il vero volto di alcuni conoscenti, dovrà servirci come ammonimento. Esistono elementi di irrazionalità, che hanno sempre percorso l'umanità e le civiltà che si sono succedute e sovrapposte. Un lato oscuro che può soggiogare le folle o imprigionare dei gruppi, creando fenomeni sociali in sé inspiegabili, come ben testimoniano l'adesione a dittature o l'esistenza delle sette. E' un lato umano che dimostra le nostre debolezze e testimonia come sia facile per tutti entrare nelle prigioni mentali di ideologie che soggiogano. L'antidoto - verrebbe voglia dì scrivere "il vaccino" - resta la razionalità.